Le società nel corso dei secoli hanno sempre imposto degli schemi etici ai quali i singoli individui sono sempre stati tenuti a sottostare, con lo scopo di ottimizzare le interazioni umane. Tali schemi vengono anche chiamati valori morali. Gli esempi più comuni di valori morali sono l’onestà, la saggezza, la gentilezza e il coraggio. Al giorno d’oggi, la complessità della civiltà moderna ha portato ad una mancanza di forti norme socio-comportamentali, spesso reputate superflue. Per ritrovare un’abbondante presenza di questi principi bisogna tornare alle nostre radici; il mondo antico è un’ottima rappresentazione di ciò. Si riconduce a più di due millenni fa il concetto di eroismo, ossia l’ispirazione a esseri mitologici con capacità sovrannaturali, a volte anche collegato al principio omerico della kalokagathia (da καλός και αγαθός), secondo il quale l’uomo greco idealizzato era sia esteticamente bello che “buono”, quindi leale e probo: i due termini sono in stretta correlazione, per cui se un uomo di quell’epoca fosse stato bello automaticamente non sarebbe potuto essere “cattivo”. L’eroe greco è quindi un semidio che spesso trova la propria realizzazione attraverso la guerra: per un soldato greco o romano andare a combattere rappresenta la possibilità di dimostrare la propria valenza, considerando la guerra come la più grande fonte di gloria e riconoscimento e la morte in battaglia come atto degno di rispetto (la belle morte, come sostiene J.P. Vernant). La civiltà romana è nota per essere stata tanto bellicosa quanto organizzata: grazie a diversi capi il popolo romano ha combattuto numerose guerre di espansione. Per un soldato romano, dunque, la forza, il coraggio, la tenacia e le capacità strategiche risultano essere veri e propri valori morali. Cesare, personaggio illustre dell’antica Roma, incarna quasi alla perfezione gli ideali eroici, sebbene fosse un comune mortale: dotato di grandi capacità militari e di spiccato intelletto, trascorre una vita movimentata tra la conquista di diversi territori e la propaganda politica a Roma. Il suo coraggio e la sua tenacia in battaglia vengono trasmesse a tutto il suo esercito; un esempio ne è Crastino, un centurione che, nel guidare una delle legioni romane, si rivolge a Cesare con queste parole: “Oggi farò in modo, o generale, d’avere, morto o vivo, la tua riconoscenza” (De Bello Civili III,91). Il sacrificio del singolo viene messo in secondo piano rispetto alla vittoria della collettività. Oggi sono rari gesti eroici effettuati a favore della comunità; infatti la società in cui viviamo oggigiorno è molto antieroica, basata principalmente sull’individualismo e sulla paura. L’onore e la gloria eterna, come conseguenze di un atto eroico, non valgono quanto la vita stessa come nel mondo antico. Come conferma di ciò ne deriva il famoso e saggio detto “non fare l’eroe”. Tuttavia, nonostante la forte visione individualista che ha posto le radici nelle società moderne, ritroviamo caratteri “eroici” in personaggi come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, magistrati che hanno combattuto in prima linea contro la mafia in Italia, dimostrando una tenacia e un coraggio tipico degli eroi della mitologia greca.
Matteo De Martino
3A Liceo classico Cambridge – G.B. Vico Napoli