Il 22,2% degli adolescenti vittima di cyberbullismo

Di G. Matilde

Oggi più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni ha subito episodi di bullismo e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%), ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. Come si può vedere dai dati sopra riportati, oggi il cyberbullismo è un problema enorme che colpisce un sacco di persone, ancora troppe per essere nel 2021. Il cyberbullismo è un atto aggressivo o molesto compiuto tramite strumenti telematici. Non è altro che un atteggiamento aggressivo di una persona, che crea danni ad un’altra persona su Internet. Oltre al cyberbullo, a volte, ci sono gli spettatori, cioè le persone, a volte, amici della vittima che guardano la scena e per paura di essere presi di mira non l’aiutano. I cyberbulli, in alcuni casi, fuori si dimostrano forti, quando in realtà sono deboli e manifestano la loro tristezza o le loro difficoltà con l’aggressione prendendosela con quelli che dal loro punto di vista sono i “più deboli”.

Perché succede tutto questo? Forse perché, oltre a quanto espresso sopra, i ragazzi pensano che postare una foto o un video imbarazzante di una persona possa essere divertente, oppure semplicemente desiderano vendicarsi di un torto subito senza pensare alle gravi conseguenze delle loro azioni, proprio perché non percepiscono quanto il web possa essere pericoloso.

Come avviene un atto di cyberbullismo? Avviene quando una persona posta su Internet, una foto o un video di un’altra persona, cioè la vittima, senza il consenso di questa e senza tener conto del numero di utenti presenti sul web che possono vedere e alimentare gli insulti. Il cyberbullo può rischiare una denuncia, delle punizioni o dei provvedimenti scolastici, ma per la vittima i rischi sono più complessi come la depressione, auto-isolamento e nei casi più gravi il suicidio.

Tutto questo per dire che il cyberbullismo va combattuto, perché va ad incidere sulla vita delle persone, provocando traumi irreparabili. Bisogna aiutare le persone che sono colpite dal cyberbullismo, perché tutti hanno il diritto di vivere la propria vita serenamente, come ne avrebbe avuto Carolina Picchio e tanti altri che hanno affrontato in prima persona questa brutta situazione. Ma come combatterlo? Per prima cosa è la scuola che deve creare percorsi contro di esso sin dall’infanzia, cercando di insegnare ai ragazzi la cosa più importante che si possa insegnare a scuola cioè l’educazione alla convivenza, l’educazione digitale, far capire che la diversità è un valore, che le parole hanno un peso e che possono far male se non usate nella maniera giusta.

Le vittime devono trovare la forza di parlare con i genitori o con gli insegnanti e la strada per uscirne sarà sicuramente più facile e veloce.  Se la vittima non dovesse riuscire a parlarne, allora è compito delle persone che vivono intorno a essa o quelle che sono a conoscenza dei fatti a dover denunciare l’accaduto oppure incoraggiare la vittima a farlo.

La vittima non deve sentirsi sola, infatti ci sono i familiari, gli amici, le associazioni, gli psicologi e la legge (n 71 del 2017) a fare da scudo.