“La famosa invasione degli orsi in Sicilia”

Scuola in dad, 21 marzo. Un festival di cinema per avvicinare alla giornata della memoria per le vittime innocenti delle mafie.

Dal 15 al 19 marzo 2021, luci accese su mymovies.it per la prima edizione di schermi in classe festival, la kermesse di Cinemovel e Libera dedicata alle scuole. Cinque film per riflettere con studenti e insegnanti su mafie, futuro e cittadinanza.

“La famosa invasione degli orsi in Sicilia” è un’opera tratta dal romanzo omonimo di Dino Buzzati, uscito nella  prima edizione nel 1945 sul Corriere dei Piccoli. La regia e i disegni di Lorenzo Mattotti, anni più tardi, danno vita ad un avvincente film d’animazione, la cui produzione iniziata nel 2013, ha richiesto 6 anni per essere portata a termine.

LA STORIA

La storia inizia con un cantastorie e una bambina che sono in viaggio e, a causa del freddo, si rifugiano in una grotta e lì incontrano un orso. Qui i due raccontano all’orso un episodio riguardante animali della sua stessa specie che, comandati dal re Leonzio, scendono dalle montagne per cercarne il figlio. Orsi  e gli umani dunque si incontrano e subito inizia una dura battaglia tra le due specie. Gli orsi avranno la meglio e si stabiliranno in una vera e propria città. Lì troveranno Tonio, il figlio del re, ma la loro permanenza, tra varie peripezie, non durerà tanto. Così come gli orsi sono venuti dalle montagne, alla fine della storia, vi ritornano.

LE TEMATICHE

Quello che apparentemente può sembrare un semplice cartone animato per bambini, nasconde in realtà messaggi ben più importanti e tematiche sulle quali bisogna riflettere. Una di queste è sicuramente quanto sia difficile il rapporto tra padre e figlio, impersonato da Tonio e il re Leonzio. Quest’ultimo passa molti giorni da solo quando si rende conto che ha perso suo figlio, e quando lo ritrova si stupisce nel vederlo molto cambiato, secondo le usanze e gli atteggiamenti umani, così cerca di ristabilire il suo istinto ursino. Un’altra tematica cardine del film è sicuramente la diversità di specie, e la rintracciamo quando gli orsi, una volta conquistata la Sicilia e scelta questa terra per la loro sopravvivenza, perdono la pace che avevano sulle montagne e si trovano a dover fronteggiare numerosi problemi e l’ostilità degli uomini, che li porteranno a tornare da dove sono venuti. Ed è proprio questa scelta che ci fa riflettere sulla diversità: anche se inizialmente si trovano bene, non potranno mai vivere sull’isola, accanto al mare, perché sono abituati ad uno stile di vita completamente diverso, così come gli uomini avrebbero fatto difficoltà a vivere sulle aspre altitudini delle montagne. Questo ci fa capire che, anche se una comunità ha la supremazia su un’altra, non sempre avrà la meglio, perché entrambe sono entità diverse, cresciute in modo diverso, in condizioni differenti e come tale vanno rispettate.

CONCLUSIONI

Quando il regista Mattotti ha realizzato questo film d’animazione tratto dal racconto dello scrittore Buzzati, venne intervistato  e, tra le varie domande, una delle più interessanti probabilmente è stata: “Che film è e in cosa questa storia è ancora moderna?”. Può sembrare una domanda  banale ma aiuta a capire cosa  il regista volesse fare con la stesura del fumetto.  E’ un film spettacolare perché non è una storia intima, piuttosto una fiaba poco idealista. Popolata da personaggi né completamente buoni né completamente cattivi, che tocca temi importanti come la perdita di identità, il tradimento della propria cultura e delle proprie origini, il complesso rapporto padre-figlio, il contrasto tra natura e civiltà.

La storia, inaspettatamente, presenta tre finali: un lieto fine che ci viene raccontato dal cantastorie e dalla sua assistente, un secondo, più drammatico, dell’orso misterioso ed un terzo lasciato alla libera interpretazione, che ritroviamo nelle parole che il vecchio orso dice all’orecchio della bambina. Il regista, scegliendo diverse soluzioni per “chiudere” il film, fa in modo che queste si completino tra loro, lasciando senza dubbio l’osservatore sorpreso.

Insomma, in questa storia c’è tutto: si presenta come un film d’animazione per non annoiare i più piccoli, mentre richiede una maggiore riflessione ai più grandi. I personaggi, reali e inventati, presentano le più disparate personalità e la Sicilia, che ritroviamo con il mare e il cantastorie, fa da scenario perfetto.

Pertanto, consiglio vivamente la visione di questo film perché Mattotti ci porta nel mondo delle favole, dove le riflessioni sullo straniero, sulla contaminazione (identitaria o etica),  sulla convivenza non vengono mai banalizzate e sono quanto mai attuali.

 

 di Emanuele Grassi