Ristoratori in piazza: cosa sta succedendo?

Circa un migliaio di persone si sono radunate dal 25 gennaio 2021 per cinque lunedì di seguito: tre volte davanti alla prefettura di Genova e due volte in piazza De Ferrari, sempre in pieno rispetto delle norme anti-Covid. Ma perché manifestano? 

Continuano a Genova le manifestazioni dei ristoratori – Foto da https://www.primocanale.it/notizie/covid-liguria-domani-aprono-alcuni-ristoranti-per-protesta-229952.html

Dopo il ritorno della Liguria in zona arancione, i ristoratori hanno manifestato per i loro diritti lavorativi. Il corteo è partito da via Roma, arrivando in Sopraelevata e poi nella zona della Foce, bloccando il traffico nel centro di Genova. I manifestanti chiedono rispetto verso una categoria che si trova in difficoltà a causa della pandemia. Dopo gli investimenti fatti per procurarsi il necessario per rispettare le norme anti-Covid, i mesi in cassa integrazione, i periodi di solo asporto, i ristoratori con solo 24 ore di anticipo si sono trovati i propri bar e ristoranti chiusi vicino ad una festa come San Valentino, che avrebbe potuto portare loro molti incassi. 

Queste chiusure hanno portato ad una crisi della ristorazione, ma in generale ad una crisi economica che ha colpito tutta Italia. Molti proprietari di ristoranti o bar hanno dovuto chiudere il proprio locale perché non riuscivano a sostenere le spese, visti i pochi incassi. A causa di questo, molte persone si sono ritrovate senza avere più un lavoro. 

A conferma di ciò, abbiamo raccolto la testimonianza di una ristoratrice della Valpolcevera, nella periferia di Genova. Racconta che, come gli altri ristoratori,  ha dovuto seguire le norme anti-Covid: “C’è un numero massimo di persone che possono entrare nel locale; ai ai clienti deve essere misurata la temperatura e le mani devono essere igienizzate; in un tavolo possono sedersi al massimo quattro persone e naturalmente, dopo che il cliente è andato via. il tavolo deve essere igienizzato. Nonostante ciò i ristoranti e bar sono stati comunque chiusi.”

Lo Stato ha dato contributi necessari ai ristoratori,  ma non sufficienti per coprire  le perdite che hanno subito nel 2020. Anche altri settori attraversano una situazione critica. Per esempio la ristoratrice per fornire il necessario nel ristorante acquistava prodotti in aziende; ma quando ha dovuto chiudere il ristorante, anche quelle aziende hanno subito  una ripercussione. Come lei, altri ristoratori hanno lavorato con difficoltà in questo difficile periodo.

Sofia Nasso