Una passeggiata in un luogo inestimabile

Credo non serva tanto, basta avviarsi in una passeggiata per le strade della mia cittadina per comprendere realmente quello che è e il potenziale che possiede. Alla fine, non credo sia qualcosa di mio, non credo che pecchi di presunzione o se così fosse mi piace credere che non lo sia. Perché credo che sia un viaggio esperienziale da compiere necessariamente almeno una volta nella vita. Consiste nell’arrivare a Palazzolo, scoprire ogni luogo, ogni cortile, ogni profumo, ogni angolo, ogni dettaglio del patrimonio inestimabile che abbiamo. Dove ci capita di trovare tutti questi tesori racchiusi in una porzione di territorio così piccola. Ci basta pensare che comprende solo ottomila abitanti ma altrettante meraviglie, Palazzolo possiede opere comprese in un lasso di tempo che va dai greci all’arte contemporanea. Percorrendo le stradine notiamo da un lato il teatro risalente gli antichi Greci, dall’altro il castello medievale, i numerosi balconi liberty e neoclassici, le colonne tortili tipiche dell’architettura romanica. Un luogo panoramico dal quale si gode di una vista che affaccia su i monti iblei, i fatti spazia dalla provincia di Ragusa a tutti i paesini come Buccheri, Buscemi, Cassaro e Ferla.

Per non parlare poi di un sito unico nel suo genere, infatti troviamo qualcosa di simile in Anatolia ma quella di Palazzolo è considerata unica al mondo. Si tratta di sculture nella roccia raffiguranti antichi dei politeisti provenienti dall’oriente. Infatti la rappresentazione della dea a Palazzolo è unica perché è accompagnata da altre figure legate al suo culto e questo fa sì che il complesso monumentale di sia quello più completo. Sia dal punto di vista epigrafico, sia dal punto di vista di ciò che adesso troviamo.

Infine, ma non ultime per importanza, direi di nominare le eccellenze folcloristiche e gastronomiche. Facendo il punto della situazione, mi chiedo perchè tutto ciò lo noto io, una ragazza di soli 16 anni, mentre un mio coetaneo non riesce a farlo ? Ma soprattutto perché non riesce a farlo un adulto? Mi rendo sempre più conto che non tutti riescono ad apprezzare questo meraviglioso borgo cittadino, anzi molti mi dicono: ” non vedo l’ora di andare via ” Credo sia davvero un problema più che rilevante perché non si è riusciti a far rimanere, a far apprezzare e a far amare la propria città natale ad un ragazzo, si è falliti nell’intento dell’educazione perché pensandoci, non è paradossale che un ragazzo rinneghi le proprie origini e sostenga di non vedere l’ora di andare via ?

Come puoi non amare il luogo cui è sbocciato il tuo primo amore, in cui hai fatto la prima caduta in motorino, in cui hai ballato ogni sera, in cui sei caduto per la prima volta sbucciandoti il ginocchio e piangendo per un paio d’orette, il luogo in cui ogni giorno il tuo pallone invece di palleggiare tra i piedi lo faceva tra i tetti. E se ci pensi è il luogo in cui hai scoperto tutti quei valori che ti permettono di essere così, così come sei. Tutto ciò mi rattrista ed è proprio in quei momenti che  mi sovvengono in mente i nostri detti siciliani che mia nonna mi ripete sempre – Ah, come puoi lasciare il luogo in cui assaggiato per la prima volta le lasagne della nonna? – e non si sbagliano mai, lei dice: ” cu cancia u viecciu cco nuovu , sapi chiddu ca lassa ma no chiddu ca attrova ” Perciò, andiamo via da qui e dove andiamo ? Ci imbattiamo in un luogo nuovo che non sappiamo, non conosciamo cosa ci può aspettare lì.

Siamo adolescenti e per questo abbiamo i  prosciutti negli occhi, perché crediamo di dover conquistare il mondo ed è così che deve essere però in realtà non ci rendiamo conto che quello che abbiamo potrebbe bastarci perché è quello che serve per essere sé stessi. Ma forse è questo il punto che a noi non basta mai nulla, vogliamo e pretendiamo sempre di più… Questo è un difetto ma può essere anche un pregio dell’essere uomini perché se non lo facessimo saremmo rimasti nella preistoria e non ci sarebbe stata l’evoluzione e il progresso.  Anche se, in realtà, noto che è un problema dei nostri tempi perché noi non riusciamo ad accontentarci mai, infatti io, dai racconti dei miei genitori, mi rendo conto che ai ragazzi di 50 anni fa è sempre bastato tutto ciò che avevano, quel poco che avevano. Allora penso sia un nostro problema … ma è giusto così ? O è sbagliato così ? È meglio adesso o 50 anni fa ? Ci stiamo evolvendo in meglio o in peggio ?

Guardiamo in faccia la realtà, il nostro piccolo paese non può offrirci molto, allora andiamo via.

Perché sempre mia nonna dice che ” cu nesci arrinesci ” allora cara nonna, mettiamola così noi giovani usciamo, completiamo la nostra istruzione fuori, conosciamo e realizziamo i nostri sogni… in poche parole “arriniscemu”.  Quindi se il problema è questa terra che non ci può aiutare in questo noi andiamo a farlo altrove ma il punto è che poi torniamo e investiamo affinché  questa stessa terra un domani possa dare ai nostri figli quello che a noi non ha dato, quello che noi siamo andati a prendere fuori.

Grande terra la Sicilia, terra d’amore, di speranza. Ma grande terra il mio borgo Palazzolo.

 

Chiara Alì 3 A