• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “La felicità delle piccole cose”. Recensione di Alice Bonfiglio

“La felicità delle piccole cose”. Recensione di Alice Bonfiglio

Il libro “La felicità delle piccole cose” di Caroline Vermalle è stato pubblicato il 20 settembre del 2013, revisionata dall’editore Karin Maddekis.
Caroline Vermalle è figlia di un pilota di caccia e di una bibliofila. Appassionata di viaggi, cinema e avventura, ha studiato scienze cinematografiche e ha prodotto documentari per la Bbc a Londra. Nel 2007 è tornata in Francia e, dopo aver girato il mondo per quasi un anno insieme alla famiglia, si è stabilita a Vendée, di fronte all’oceano Atlantico, per dedicarsi interamente alla scrittura. I suoi romanzi sono stati tradotti con successo in Germania e in Spagna. Feltrinelli ha pubblicato “La felicità delle piccole cose” (2014), “Due biglietti per la felicità” (2015), e “Due cuori a Parigi” (2016).
Il libro è ambientato in una Parigi innevata e nostalgica del 1979 dove incontriamo il protagonista Frédéric Solis, elegante quarantenne, avvocato di successo, collezionista di opere d’arte e appassionato di Impressionismo, affascinante ed in carriera, l’uomo appare agli altri come l’esempio del successo e della felicità, eppure…le sue serate trascorrono in solitudine e i suoi contatti sono quasi esclusivamente di lavoro.

Quello che gli è manca è l’affetto e la comprensione di una famiglia, quello che lo divora è un senso di vuoto e di abbandono che risale all’infanzia, quando il padre è scomparso improvvisamente. Questo dolore è stato capace di spingere la sua ambizione e la sua volontà, facendolo emergere negli studi e primeggiare nel mondo del lavoro, ma è stato anche la causa dei suoi fallimenti in campo sentimentale, il suo amore più grande la pittura, la neve dei paesaggi presenti nei quadri di Monet, Sisley, Pissarro. Un giorno Frédéric riceve una strana eredità: una scatola con una mappa e 4 biglietti: uno per un incontro, uno per andare in barca sulla Senna, uno per il giardino di Monet a Giverny e uno per il Musée d’Orsay. Comincia così la caccia al tesoro, ad un quadro, alla verità. Con l’aiuto della giovane assistente Pétronille, pasticciona ma volonterosa, Frédéric inizia a seguire gli indizi che lo porteranno nella magica atmosfera del Nord della Francia, tanto cara agli a impressionisti. I viaggi saranno l’occasione per fare pace con il proprio passato, per riscoprire il valore dell’amicizia e il calore dell’affetto, ma soprattutto saranno l’occasione per conoscere persone legate a Fabrice Nile , tra cui un “ fratello” e infine Suo Padre. E’ lui infatti che sta dietro a tutto questo gioco. Sta morendo in un ospedale e come ultima cosa vuole spiegare la sua verità al figlio e abbracciarlo ancora una volta Questo libro mi ha regalato una lettura molto gradevole, mi sono immersa nella magica Parigi sotto l’atmosfera natalizia che fa da sfondo ad una trama ben costruita, per certi versi si rivela un libro anche delicato che affronta temi di un certo peso come la malattia, gli affetti, l’amicizia. Sebbene alla fine ceda un po’ troppo al banale, è in realtà una storia avvincente e fitta di enigmi e rimandi all’arte francese dei grandi pittori dei primi del ‘900.
Non è il capolavoro che la letteratura moderna stava aspettando, ma è una storia godibile che racchiude una grande verità: tutti attraversiamo la vita desiderando di essere felici; ma la felicità non è uguale per tutti, ed gonuno deve trovare la propria.

Testo e foto di

Alice Bonfiglio, III C