Le donne nella Grande Guerra

Le donne nella Grande Guerra

CONDIZIONI CHE FAVORIRONO LO SCOPPIO DELLA GUERRA

1. Potenze europee rivali per possesso delle colonie

2. Movimenti nazionalisti propagandano la guerra

3. L’Inghilterra teme la potenza dell’Impero germanico

4. Le popolazioni slave dei Balcani aspirano all’indipendenza

5. I trattati di alleanza impegnano gli Stati a intervenire in difesa degli alleati

DONNE E FABBRICA

In tutti i paesi europei la mobilitazione degli eserciti allontanò milioni di lavoratori da campi e fabbriche, la produzione industriale, però, non poteva fermarsi, anzi era necessario che aumentasse rapidamente; mentre nel lavoro agricolo le donne  avevano avuto sempre presenza importante, proprio negli anni della guerra  cominciarono a lavorare nelle fabbriche, soprattutto di munizioni

NUOVI SCENARI

Non che le donne fossero del tutto nuove a questo tipo di esperienza: molte di loro erano già abituate a contribuire al lavoro nei campi mentre, a livello industriale, la loro presenza era già stata registrata nel settore tessile. Ma adesso il loro numero era aumentato considerevolmente e furono presenti in settori del tutto nuovi come la metallurgia (riconvertita alle esigenze belliche), la meccanica, i trasporti e mansioni di tipo amministrativo della guerra

EMANCIPAZIONE

Si trattò di un momento molto importante per la storia sociale del Paese. Il loro ruolo, per la prima volta, passò da “angelo del focolare domestico” a membro attivo dell’economia e della società collettiva.
.Ovviamente questo processo non fu indolore: non essendo state previste delle divisioni del lavoro, le donne erano obbligate a compiere gli stessi lavori pesanti maschili. Nei campi era necessario spostare i covoni di fieno o i sacchi di grano, accudire il bestiame e utilizzare tutte le macchine agricole. Allo stesso modo all’interno delle fabbriche dovevano essere sollevati pesi non indifferenti e compiuti gesti ripetitivi e meccanici.

A questa sorta di “emancipazione” lavorativa non corrispose però una maggiore libertà a livello personale: nonostante l’assenza degli elementi maschili in età arruolabile, spesso nelle case rimanevano gli anziani i quali, come da tradizione, continuavano ad esercitare il loro ruolo autoritario all’interno della famiglia. Inoltre non mancavano diffidenze e gli atteggiamenti di rifiuto da parte dei moralisti e tradizionalisti.

DONNE E LAVORO

Il numero delle donne che svolgeva lavori in fabbrica crebbe moltissimo: nel 1918, in Italia, le donne rappresentavano un quarto della manodopera negli stabilimenti ausiliari di Torino, il 31% in quelli di Milano, l’11% a Genova . Le lavoratrici e le donne più povere della classe media erano addette ai lavori più faticosi. Nel settore industriale e commerciale esse lavoravano in condizioni spaventose, a causa dell’abrogazione del riposo domenicale, del mancato pagamento degli straordinari e dell’aumento delle ore di lavoro fino a tredici giornaliere: fattori che moltiplicarono gli incidenti, le malattie e gli aborti spontanei.

CANARY GIRLS

Le Canary Girls non sono, come si potrebbe pensare, un gruppo musicale o artistico, ma donne che hanno esercitato un lavoro ben più pesante e pericoloso: costruire munizioni, in Gran Bretagna, durante la prima guerra mondiale, quando la manodopera maschile scarseggiava perché impegnata al fronte.

L’IMPORTANZA DELLE DONNE

Un volantino inglese affermava: “L’operaia  di una fabbrica di munizioni è importante  quanto il soldato al fronte, del quale  ha in mano la vita”.

CAMPO MILITARE

Anche nel campo militare  le donne svolsero  un ruolo importante; ogni esercito aveva reparti femminili che si occupavano delle comunicazioni, dei rifornimenti e dell’assistenza sanitaria.

CROCEROSSINE

Le crocerossine, chiamate “la grande armata bianca”, furono presenti da protagoniste in tutte le tragedie del fronte

SERIE TV: DOWNTON ABBEY

La serie è ambientata durante la Pima Guerra mondiale, quando la grande residenza ospita un ospedale militare; la gestione è affidata alle donne di casa, così le figlie del conte sempre abituate agli agi, si trasformano in eccellenti infermiere dopo avere appreso le tecniche infermieristiche.

MODA

La guerra provocò inoltre grandi cambiamenti nella moda femminile. Con l’ingresso delle donne nelle fabbriche, le gonne lunghe e strette di quegli anni, piuttosto fastidiose nel lavoro quotidiano, lasciarono il posto a modelli più corti e comodi. I colori degli abiti assunsero maggiore uniformità, abbandonando le sfarzose fantasie degli anni precedenti in nome del rigore della guerra. Anche le pettinature diventarono più sbrigative, con capelli tirati indietro e tagliati più corti. Sul finire della guerra, la moda cercò di restituire una nuova eleganza alle donne lavoratrici, ma senza perdere il carattere di praticità che gli abiti avevano assunto negli ultimi anni: per risparmiare tessuto, si proposero gonne più corte e vestiti più semplici, con meno accessori.

DONNE COMBATTENTI

¢In alcune donne l’entusiasmo per la guerra fu così grande che vollero partecipare ai combattimenti fingendo di essere uomini. In Italia alcune donne, come Luigia Ciappi di Firenze e Gioconda Sirelli di Milano, cercarono di arrivare al fronte vestite da soldato, ma vennero subito identificate e rimandate a casa.. Molte furono impiegate come portatrici e lavoratrici militarizzate. Fra le figure di donna che combatterono in prima persona va ricordata Flora Sandes, che inizialmente si arruolò volontaria nella Croce Rossa britannica e operò in Serbia presso il secondo reggimento di fanteria. Durante la ritirata verso l’Albania rimase separata dal suo gruppo e si unì per sicurezza a un reggimento serbo. Fu la prima donna ad essere nominata ufficiale dell’esercito serbo e la prima donna inglese a essere ufficialmente reclutata come soldato

ALICE SHALEK

Non combatté in prima persona, ma fu presente sui campi di battaglia l’austriaca Alice Shalek, giornalista, fotografa, scrittrice e unica donna reporter durante la Grande Guerra. Proveniente da una famiglia ebrea dell’agiata borghesia liberale viennese, collaborò dal 1903 con la testata Neue Freie Presse, giornale del liberalismo austriaco, occupandosi di giornalismo di viaggio fino al 1913. Nel 1914 divenne corrispondente di guerra e fu inviata per raccogliere informazioni e scrivere resoconti dai campi di battaglia in Serbia, Galizia e sui fronti del Tirolo e dell’Isonzo

MATA HARI

Molte furono anche le donne che, per motivazioni diverse (bisogno di denaro, intenti patriottici o ricerca di avventura), prestarono il loro servizio come spie. Era un’attività molto pericolosa, che comportava, in caso di cattura, l’immediata condanna a morte per impiccagione o fucilazione. Fra le più note c’è sicuramente l’olandese Mata Hari: entrata nel servizio segreto tedesco nel 1915, nel 1917 fu condannata a morte e giustiziata da un tribunale francese per presunto doppio gioco e alto tradimento.