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Dino Meneghin: il coronavirus non una semplice partita, ma un campionato intero da vincere con un ultimo tiro sul suono della sirena

di Edoardo Carpaneto, 1^B

La pallacanestro, così come la maggior parte di tutti gli altri sport, è stata duramente colpita dalla pandemia del coronavirus.

Nessuno, quindi, meglio dell’ex cestista italiano Dino Meneghin ci può descrivere il mondo dello sport nel nostro territorio in questo tempo.

Dino, settantenne e padre di Andrea, anch’egli ex giocatore di basket, è oggi un dirigente sportivo, ma è stato forse il più forte ed importante giocatore italiano, uno dei più vincenti e rappresentativi, probabilmente il migliore della sua generazione. Ha vinto 12 scudetti e con la maglia della Nazionale addirittura un Campionato Europeo nel 1983.

La sua squadra, l’Olympia, ha ritirato la sua maglia, la numero 11, come massima onorificenza.

Nessun altro giocatore, quindi, indosserà più quella canottiera con quel numero sulla schiena.

La sua forza, tuttavia, anche morale, non l’ha abbandonato dopo aver appeso le “scarpe al chiodo”, anzi.

Da dirigente, infatti, è stato chiamato a prendere decisioni importanti tra cui spicca sicuramente quella di insistere affinché chiudessero i palazzetti dello sport e cessasse la stagione cestistica per limitare le conseguenze dei rischi connessi al contagio da Covid.

Dino Meneghin, infatti, proprio perché l’emergenza coronavirus non ha consentito di dare certezze sulla ripresa dei campionati, ha ritenuto opportuno annullare la stagione 2020 per preservare la salute degli attori principali, ossia gli atleti, i massaggiatori ed i tifosi.

Il suo, quindi, è stato un messaggio forte, per sottolineare che la vita è più importante dello sport, per offrire a tutti la possibilità di salvarsi.

Allo stesso tempo Meneghin è molto realista ed ha invitato tutti gli addetti a non fare progetti fantasiosi perché non vede nessuna luce in fondo al tunnel.

La vita, naturalmente, è profondamente cambiata anche per lui, perché se per fortuna lui e la sua famiglia non hanno subito le gravi conseguenze del contagio, ha comunque perso due suoi cari amici, dei quali non ha – come tutti – potuto celebrare i funerali.

Dino Meneghin, tuttavia, non è uomo da lasciarsi andare al facile pessimismo e ritiene che il coronavirus, per quanto non sarà una semplice partita da vincere, ma un campionato intero, alla fine verrà battuto, magari proprio con un ultimo tiro sul suono della sirena, ma verrà sconfitto.

L’ex cestista, infatti, è convinto che torneremo tutti ad abbracciarci, augurandosi un ritorno alla vita normale: «non eccezionale, ma semplicemente la vita di tutti i giorni».