Recensione Justice League Snyder’s cut. Recensione

Vi parlo della riedizione di Justice League 2017 diretto da Joss Whedon che il primo regista ha pensato di riprendere quest’anno, forse dopo la rielaborazione del lutto per la perdita di sua figlia Autumn. D’altra parte la Warner Bros non aveva potuto accettare di rinunciare all’intero progetto tre anni fa, quando la produzione era già finita e si attendeva la fase di montaggio e la post-produzione. Whedon Cut del 2017 e Snyder’s cut del 2021 differiscono molto.
Partiamo dal film senza correre il pericolo di svelare alcuna sorpresa dei duecentoquaranta minuti a cui ogni bravo ammiratore della DCEU è disposto a sottoporsi per rispondere alle domande che il primo film apriva senza dare risposte convincenti. Vi dico perché vale la pena. La storia inizia con la citazione della scena finale di Batman V Superman: stranamente Superman è quasi moribondo, perché il suo nemico moltiplicato Darkseid usa l’unico punto debole dell’eroe, la kryptonite, e sta avendo il sopravvento. Il secondo, possiamo spoilerarvelo, spiega cosa sono le scatole madri che il primo regista aveva fatto apparire senza presentare adeguatamente la loro storia, i loro poteri, la loro funzione. Ci troviamo però di fronte a 4 ore che tengono lo spettatore incollato alla sedia (si fa per dire) rispetto alle 2 ore e mezza del Whedon cut, sicuramente più snello ma meno esplicativo del background
dei supereroi, individuale e di gruppo, della collaborazione fra i viventi e le divinità greche e della storia dei villain Darkseid e Steppenwolf. Malgrado il possibile successo del film, rimane inspiegabile il percorso del personaggio di Batman, del quale non conosceremo per ora la storia: che cosa lo ha portato a diventare il protettore di Gotham? Perché resta sempre nell’ombra e non combatte apertamente? Per quale ragione assume solo a tratti e in modo non ben spiegato la funzione di leader; a quale scelta dobbiamo attribuire i legami che si creano tra i supereroi? Solo al bene del mondo?
Un pregio dello Snyder’s cut è l’introduzione del background di alcuni supereroi che il Whedon Cut trascurava in modo eclatante e vergognoso: il ruolo di Aquaman e la sua funzione hanno finalmente la loro piena esplicitazione: perché prima del suo film stand-alone non eravamo a conoscenza della sua vita e di come la trascorreva e finalmente lo spettatore scoprirà le sue intenzioni rispetto ad Atlantide.
Di Cyborg conosciamo finalmente l’origine e il perché dei suoi poteri, anche l’artefice della sua sopravvivenza e del suo successo. Il Whedon cut ha trascurato le potenzialità di un ragazzo normale, felice della sua vita, figlio di un grande scienziato, che purtroppo deve aver a che fare con il dolore prima e poi accetta i miracoli della scienza.

Anche Barry Allen è una vera scoperta: chi è Barry Allen? Cosa lo porta a diventare Flash? Come è diventato Flash? Quanti problemi è in grado di risolvere sfruttando le leggi della fisica?
Non sappiamo ancora se il film sarà un successo, è uscito recentemente e il pubblico ancora non si è espresso. Sembra molto promettente questo nuovo taglio e spero di rivedere Snyder a ricoprire il ruolo di regista in nuove avventure e vicende che sono rimaste solo accennate.

Gabriele Lombardo, III C