Lo sfruttamento minorile e l’infanzia negata

Ogni venti novembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei bambini. Grazie all’adozione della Convenzione che ha riconosciuto loro diritti civili e sociali in quasi tutti i Paesi del mondo, i bambini non solo godono di essi, ma sono protetti e tutelati. Nonostante ciò ancora oggi lo sfruttamento minorile e la “non” umanità sono purtroppo temi di attualità. Questo è un problema che tuttora è diffuso soprattutto nei Paesi meno sviluppati dell’Africa e dell’Asia ed è causato dalle pessime condizioni economiche delle famiglie.

È enorme l’ingiustizia che devono subire questi ragazzini che senza alcuna colpa, ma solo per la sfortuna di essere nati in un paese invece che in un altro, devono subire tutto ciò. La domanda da porsi è “Questi ragazzi avranno mai la possibilità di potersi costruire un futuro? O perlomeno di averlo?” Domanda alla quale nessuno ancora sa rispondere, l’unica certezza è che molti di loro muoiono ogni anno, che sia per fame, per il duro sforzo fisico e le innumerevoli ore lavorative, per malattie alle quali si devono arrendere a causa della mancanza delle opportune cure o dei soldi per acquistarle. È un paradosso: sono vivi ma non stanno vivendo.

 Lo sfruttamento minorile è uno dei problemi negativi della società con i quali conviviamo più o meno serenamente. Secondo  me possiamo suddividere le persone in tre categorie: chi ne è a conoscenza ma  vivendo in un’altra realtà se ne disinteressa; chi essendone a conoscenza ne approfitta come molte associazioni che si enunciano no-profit e raccolgono donazioni che in realtà non vengono mai sfruttate al 100% per gli scopi che tanto proclamano di perseguire; ed infine chi dedica la propria vita cercando di risolvere veramente questi problemi, persone che affrontano con coraggio questa realtà che ci circonda e che, anche se non ci riguarda in prima persona, appartiene ad ognuno di noi, persone che fanno appello alla propria umanità e coscienza.

Ogni umano dispone dell’umanità? Io credo di no. Inutile negarlo, inutile parlarne in terza persona perché è ciò che caratterizza anche me, tutti i miei coetanei e maggiormente le nuove generazioni che non conoscono il valore delle cose o forse meglio dire, non sanno apprezzarlo. Ogni giorno troviamo un motivo per cui lamentarci, ogni giorno troviamo qualcosa che vogliamo e qualcosa che non vogliamo più. Siamo le generazioni dei telefoni più costosi, dei vestiti che non siano fuori collezione, degli innumerevoli soldi buttati in alcool e sigarette, senza mai comprendere a pieno il valore delle piccole cose. E se ci fermassimo un attimo a riflettere e a pensare, ci potremmo rendere conto di avere tutto: una casa, una famiglia e del cibo in tavola; cose per noi scontate ma di cui molti bambini non godono.

Mi viene da pensare anche a questa bruttissima situazione che stiamo vivendo in seguito alla pandemia da Covid 19, noi ci sentiamo in trappola, prigionieri di questo virus e di tutte le regole che dobbiamo rispettare, e quei bambini, invece, ogni giorno sono prigionieri e vittime di una realtà tragica e crudele imparagonabile alla nostra.

Sono protagonisti in parte della loro vita e non hanno potere decisionale, vengono sfruttati nell’ambito lavorativo e molti di loro non hanno neanche una famiglia, non possono studiare perché devono pensare a non morire di fame, non possono avere un’infanzia da bambini della loro età ma hanno solo la possibilità di crescere più in fretta. Alcuni di loro coinvolti in guerre anche guerre religiose, poiché non solo vivono una vita che non vogliono, ma non hanno il diritto di decidere neanche a chi o cosa credere; alcuni invece scappano in terre considerate migliori, come l’Italia ad esempio.

 E noi che viviamo in Sicilia possiamo renderci conto di quanti bambini sbarcano ogni giorno, ma anche di quanti ne muoiono in mare, perché purtroppo preferiscono rischiare di morire pur di continuare a vivere quella vita. Questo dovrebbe farci capire quanto il mondo è stato crudele con loro, che scappano dalla loro casa per andare in un posto in cui continueranno a essere sfruttati e discriminati per la loro fede o la loro pelle.

In conclusione per arginare la piaga dello sfruttamento minorile occorrono azioni legislative e politiche finalizzate per prevenire e contrastare questo fenomeno. Del resto anche il goal 8 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite chiede agli Stati membri di adottare misure immediate per porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani.

Intagliata Giada 5AT