Eroismo e antieroismo: due facce della stessa medaglia

Conosciamo fin troppo bene il significato di guerra, un conflitto fra due o più stati, in cui l’uno tende a esercitare la violenza contro il territorio e i beni dell’altro. La storia ha avuto eroi e antieroi. Ma chi sono? Gli eroi sono coloro che hanno compiuto nella storia gesta prodigiose ottenendo meriti eccezionali; infatti erano in genere o uomini considerati da altri divinità , o uomini che avevano compiuto gesta eroiche in battaglia. Gli antieroi, invece, sono coloro che hanno un atteggiamento opposto a quello dell’eroe e sono privi delle tradizionali qualità che lo rendono tale. Gli antichi scrittori ci hanno tramandato le gesta eroiche di molti uomini: la mitologia greca è ricca di eroi famosi come Achille, Ulisse, Ettore le cui avventure vengono narrate nell’Iliade e nell’Odissea. Ricordiamo il colloquio tra Ettore e Andromaca: Ettore sapendo che morirà nel duello con Achille, è costretto a lasciare la moglie e il figlio per compiere il dovere di guerriero. Nell’Iliade è presente anche un antieroe,  ovvero Tersite, il quale si lamenta con l’Atride e accusa Agamennone per la sofferenza dei figli degli Achei dicendo che pur avendo bronzo e donne nelle tende non ritiene giusto che i figli degli Achei andando contro le credenze dell’epoca che ritenevano morire in battaglia un onore. Anche nel mondo romano possiamo ricordare molti eroi, tra cui il grande “dux”, Cesare, il quale, nel corso del suo operato politico, si è sempre distinto per la sua astuzia e la sua intelligenza. Basti pensare alla battaglia di Alesia e alla guerra contro gli Arverni guidati da  Vercingetorige, che in un primo momento riesce a mettere in fuga gli uomini di Cesare, ma che verrà poi  sconfitto da quest’ultimo. Ai giorni nostri, invece, l’umanità è stata colpita da due conflitti mondiali, tuttavia non si combatte più con spade o scudi, ma con fucili, navi e eserciti pronti a portare distruzione. La guerra non era più vista come una forma di rivalsa, ma come un massacro poiché  i soldati, per prestare servizio alla propria nazione, spesso ritornavano a casa con “le loro spoglie nelle bandiere legate strette perché sembrassero intere”. Questa è la visione del componimento poetico “Fratelli”  di Giuseppe Ungaretti che combatté nel corso della prima guerra mondiale. Infatti, in questa lirica il poeta racconta della sua esperienza in trincea, quando si ritrova avvolto dall’oscurità della notte e non riesce a distinguere gli alleati dai nemici e chiede: “di che reggimento siete fratelli?”, associando il termine “fratelli” ad una foglia appena nata che con un niente può appassire. Ora il soldato non è più visto come eroe, ma come un antieroe che combatte per la sua patria non più per onore, ma per dovere. Infatti è l’uomo che decide il suo futuro: può scegliere se morire per la sua patria e essere ricordato per le sue gesta, oppure scappare e vivere una vita da disertore. Quindi eroismo ed anti eroismo sono due termini che non hanno un valore assoluto e univoco, ma sono le circostanze e il momento a rendere o meno gli uomini eroi.

Francesco Gravino III A Liceo classico G.B. Vico Napoli