• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “Persa”, commedia di Plauto. Recensione di Matteo Messina

“Persa”, commedia di Plauto. Recensione di Matteo Messina

“Persa” è una commedia realizzata da Tito Maccio Plauto, uno dei più famosi commediografi latini.
Tossilo è uno schiavo che in assenza del padrone si innamora di Lemniselenide, una cortigiana. Essa è sotto il controllo del ruffiano Dordalo e l’unico modo per riscattarla è utilizzare del denaro. Tossilo, essendo nullatenente, chiede a Sagaristione, un altro schiavo e amico del protagonista, che gli fornisce i soldi e così può finalmente riscattare l’amata. Nel frattempo, pianifica un piano per recuperare i soldi. Fa vestire in modo esotico la figlia di Saturione, un parassita suo amico, e finge che sia una schiava inviatagli dal padrone che sta in Arabia. Dordalo, vedendo la ragazza, abbocca, e, per averla, sborsa una cifra molto superiore a quella ricevuta per Lemniselenide. Dopo, arrva Saturione che, dopo aver riconosciuto la figlia, minaccia di portare in tribunale Dordalo per aver fatto commercio di donne libere. Così il ruffiano perde sia la ragazza che i soldi e nel frattempo Tossilo, con Lemniselenide e i suoi compari, festeggia banchettando davanti a casa.
I personaggi si presentano al pubblico durante la narrazione stessa per mezzo di una tirata, una sequenza di parole recitate da un solo attore quasi trattenendo il fiato. Il protagonista è Tossilo, lui è il classico esempio di servus callidus, che riesce ad avere delle intuizioni geniali pur di riscattare l’amata Lemniselenide, serva e prostituta di Dordalo che è naturalmente giovane e graziosa; il secondo personaggio più importante è Sagaristione, il classico aiutante, generoso e coraggioso che chiede aiuto a Saturione, parassita caratterizzato da un enorme pancia che per amore del cibo non esita a “prestare” la figlia per la truffa, essa si presenta come una ragazza saggia e assennata che parla in modo forbito affermando durante la commedia molte sentenze morali, la sua comicità nasce dal contrasto col padre che non ama la sua abilità nel dare risposte ambigue, anche lei è giovane e graziosa. Infine c’è Dordalo, il lenone e ruffiano, è un personaggio spregevole, che commercia ragazze per la prostituzione, è
arrogante e diffidente ma anche ignorante e stupido.
Tutto è ambientato in una piazza ad Atene, in cui due case: quella di Tossilo e quella di Dordalo ,ed è la classica ambientazione della commedia latina antica. Il linguaggio di Plauto è molto semplice e vicino al parlato, l’autore utilizza molte rime baciate ed affermazioni “strambe” come ad esempio quella detta da Tossilo: “ per un soldo bucato”, non mancano insulti e parolacce che sono tipici della commedia plautina.
La lettura della commedia è stata abbastanza piacevole, infatti nonostante il testo teatrale sono riuscito ad avere una lettura scorrevole e, anche se è fatta per divertire un pubblico di più di duemila anni fa , sono riuscito a trovare divertenti alcune parti, specialmente quelle di Saturione e Trottolino, un bambino pestifero di cui essendo un personaggio secondario non ho parlato precedentemente.
Inoltre, molto carina anche la trama che gioca ossessivamente sull’idea del guadagno (lucrum), a cui vanamente aspira il ruffiano.

Matteo Messina, III I