Esame di maturità 2021: cosa è cambiato?

Anche quest’anno, a causa della pandemia, l’esame di maturità si svolgerà in modo diverso rispetto agli anni precedenti, adattandosi alla situazione d’emergenza che il nostro Paese sta vivendo.

Per questo motivo, il ministro Patrizio Bianchi ha deciso di adottare le stesse modalità dello scorso anno, apportando però alcune importanti modifiche.

Su una cosa, Bianchi è stato categorico: “Non voglio sentir parlare di tesina! I maturandi sono ragazzi e ragazze alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio, personalizzato, sulle materie di indirizzo concordandolo con il consiglio di classe. Lo discuteranno con la commissione, composta dai loro insegnanti”.

E mentre Bianchi discute su quale nome sia più corretto utilizzare per descrivere la trattazione per l’esame, i maturandi, oltre al dover gestire l’ansia che provoca l’esame, si devono anche preoccupare dei progetti dell’UDA (unità didattiche di apprendimento), di continuare i PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), di recuperare quanto hanno perso del programma dell’anno scorso e, soprattutto, si devono preoccupare del fatto di non sapere né come, né cosa devono fare per preparare l’elaborato.

Ma a cosa servirebbe questo articolo se non facesse un po’ di chiarezza su questi aspetti?

Questo esame, non così diverso da quello del 2020, sarà senza le prove scritte e con il solo colloquio orale, ma non ci sarà l’ammissione generalizzata come lo scorso anno, quindi non tutti gli studenti saranno ammessi agli esami, ma spetterà al consiglio di classe stabilire chi potrà sostenere la Maturità e chi no.

La commissione sarà interna, con il Presidente esterno.

L’ordine di convocazione dei candidati sarà secondo la lettera alfabetica stabilita in base al sorteggio dalle singole commissioni.

La sessione dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione ha inizio il giorno 16 giugno 2021 alle ore 8:30, con l’avvio dei colloqui.

Vista l’assenza delle prove scritte, l’Esame consisterà in una prova orale che partirà dalla discussione di un elaborato, il cui argomento sarà assegnato a ciascuna studentessa e a ciascuno studente dal Consiglio di classe entro il 30 aprile. L’elaborato sarà poi trasmesso dal candidato entro il successivo 31 maggio. I docenti accompagneranno i candidati, supportandoli e consigliandoli, nel corso della realizzazione dei loro elaborati.

Le materie caratterizzanti l’elaborato saranno Lingua e cultura latina e Lingua e cultura greca per il Liceo classico, Matematica e Fisica per il Liceo scientifico, Lingua e cultura straniera 1 e Lingua e cultura straniera 3 per il Liceo linguistico e così via.

L’elaborato potrà essere integrato anche con apporti di altre discipline, esperienze relative al PCTO o competenze individuali presenti nel curriculum dello studente. L’elaborato potrà avere la forma più varia, in modo da tenere conto delle caratteristiche della studentessa o dello studente in modo da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto.

Dopo la discussione dell’elaborato, il colloquio proseguirà con la discussione di un testo già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di Lingua e letteratura italiana, con l’analisi di materiali (un testo, un documento, un’esperienza, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione con trattazione di nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline. Ci sarà spazio per l’esposizione dell’esperienza svolta nei PCTO. Il candidato dimostrerà, nel corso del colloquio, di aver maturato le competenze e le conoscenze previste nell’ambito dell’Educazione civica. La durata indicativa del colloquio sarà di 60 minuti.

Per quanto riguarda i tanto temuti crediti scolastici, saranno attribuiti fino a un massimo di 60 punti di cui fino a 18 per la classe terza fino a 20 per la classe quarta e fino a 22 per la classe quinta.

Con l’orale verranno assegnati fino a 40 punti. La valutazione finale sarà espressa in centesimi, sarà possibile ottenere la lode.

Per quanto riguarda i candidati esterni, essi svolgeranno la prova preliminare nel mese di maggio, e comunque non oltre il termine delle lezioni, per poter accedere all’Esame di giugno.

Ci si chiede se questa nuova modalità riuscirà a valorizzare il percorso quinquennale degli studenti. Sicuramente, considerato il continuo alternarsi di didattica in presenza e a distanza, questa soluzione rappresenta una delle poche alternative valide per arrivare ad una valutazione finale dei maturandi.

Agli studenti è stato chiesto di assumersi la responsabilità di rinunciare alla propria libertà. È stato chiesto di rispettare regole e lo hanno fatto, comprendendo e seguendo le imposizioni perché consapevoli del rischio che si correva non facendolo.

È stato chiesto loro di gestirsi lo studio in modo autonomo, più che in passato, perché nonostante gli sforzi degli insegnanti, c’erano i problemi di connessione, c’erano spezzoni di programma da recuperare da soli perché messi da parte durante la didattica a distanza, c’è l’incertezza della modalità d’esame, in un periodo storico assurdo. È stato chiesto loro di gestirsi ansie e paure.

Per tutto questo e molto altro, di sicuro i maturandi negli anni del coronavirus la maturità l’hanno già ampiamente dimostrata.

Alessia Aloya e Giorgia Tariciotti