“Cuori connessi”

In classe abbiamo letto il libro “Cuori connessi”, a cura di Luca Pagliari, e in particolare il capitolo “Riconoscere i pericoli, evitare i rischi”. Già da questo titolo possiamo dedurre un importante insegnamento: per proteggerci abbiamo bisogno di conoscere i pericoli e, una volta appresi, starà a noi essere giudiziosi ed evitare i rischi.

In questo periodo di pandemia siamo tentati di passare molto tempo sul web, perciò dobbiamo essere ancora più consapevoli dei pericoli a cui ci esponiamo, che di fatto sono molteplici.

Il primo è il tempo che passiamo online: dato che molti di noi passano già un considerevole numero di ore davanti al monitor per frequentare la scuola a distanza, l’uso dei dispositivi sarebbe da evitare per ragioni di salute. Si potrebbe, per esempio, prendere la buona abitudine di leggere un libro, o passare più tempo con i propri cari, per quanto possibile.

Un’altra minaccia, molto sottovalutata dagli adolescenti, è la violazione della privacy. Privacy, infatti, vuol dire riservatezza, e ognuno ha diritto alla propria. Essa sta in molte azioni che facciamo attraverso i social, come ad esempio mandare la propria foto ad un amico, oppure scrivere i nostri dati personali su siti e app poco affidabili.

La rispettabilità di molti giovani è stata spesso duramente compromessa per aver inviato al proprio ragazzo/a o amici una foto di se stessi in pose disinibite. Immagini che, dalle singole chat, hanno poi fatto il giro del mondo.

Naturalmente, quando si tiene a una persona non si può neanche immaginare che questa sia capace di fare certe cose contro di noi.

Un altro grande problema del web è il cyberbullismo: un atto aggressivo compiuto per offendere la persona mediante social, chat, commenti e post.

Verrebbe spontaneo pensare che degli insulti fatti da sconosciuti su piattaforme digitali, cioè in forma indiretta, non possano minimamente ferirti perché non-reali, ma molto spesso la nostra reputazione si costruisce sia nel mondo virtuale che nei rapporti di tutti i giorni, con i nostri cari, amici, parenti.

Senza dubbio la convinzione che la nostra identità sia unicamente quella mostrata sui social è dovuta al fatto che la maggior parte di noi passa troppo tempo su Internet. Una frase del capitolo letto in classe che mi ha colpito molto è: “… ci viene voglia di chiuderci nella stanza con uno smartphone o un tablet, e avremo tutto il mondo a disposizione”: ormai, infatti, svolgiamo quasi ogni attività della nostra giornata attraverso Internet.

Una domanda che io mi pongo spesso, e che -scommetto- si porranno molte altre persone è la seguente: ma se nel 2021 siamo già arrivati a questo punto, e abbiamo bisogno della tecnologia per fare tutto, nel futuro come sarà? Quanto la nostra vita si intreccerà ancora alla tecnologia?

Non posso neanche lontanamente immaginarlo: specialmente per me che sono una ragazza di una generazione cresciuta nell’era del progresso tecnologico è difficile immaginare una vita senza di esso. So bene che la tecnologia oggi ci apre molti mondi, ci connette quando qualcosa ci separa, può essere nostra amica e persino salvare vite umane.

Perciò è fondamentale avere consapevolezza, sapere quanto tempo si passa online, fare equilibrio anche con la “vita vera”, conoscere i rischi che si corrono ed evitarli, rispettare l’altro anche attraverso un monitor.

La consapevolezza è il primo passo per il cambiamento. E per non smarrirsi.

 

Chiara Guaia

ICS Giotto Cipolla

Classe 1E secondaria di primo grado