L’emancipazione delle donne in Giappone 

Il Giappone, un paese così distante da noi, così diverso, ma allo stesso tempo così vicino.

Infatti per quanto il Paese del Sol Levante possa apparire lontano ed effettivamente lo sia per molti tratti, per molti altri in realtà è più vicino a noi di quanto possa sembrare. Uno di questi aspetti è il ruolo della donna. Come in Italia, anche nel paese nipponico le donne sono ancora lontane da avere le stesse condizioni ed essere reputate uguali agli uomini.

Perchè la situazione del Giappone è così grave? Non è uno dei tanti paesi ad essere in queste condizioni? Il vero problema è che il Giappone, a differenza di tante realtà, è uno dei paesi più sviluppati economicamente e più progrediti.

E allora come mai si trova in questa situazione? Per capirlo meglio è importante che ne osserviamo per un attimo il passato e le influenze. Fra le varie correnti di pensiero che influirono sul Giappone e sugli altri paesi asiatici una delle principali fu il Confucianesimo. Questa, una delle maggiori tradizioni filosofiche-religiose, afferma che la vita delle persone debba girare soprattutto attorno la famiglia e che la figura della donna sia completamente assoggettata all’uomo. Questa visione ha influenzato il Giappone e continua a farlo tuttora, mostrandoci l’importanza e il valore che i giapponesi danno al Confucianesimo. Fortunatamente nel 1946 la costituzione nipponica venne revisionata e le donne ricevettero gli stessi diritti degli uomini, nonostante tutto, oggi la visione dei giapponesi è molto limitata e le donne devono ancora fare passi da giganti per la parità con gli uomini. Esempio palese di questa disuguaglianza è la retribuzione degli stipendi, visto che le donne guadagnano il 60% dello stipendio degli uomini. Questo le porta a lasciare in disparte il lavoro dopo il matrimonio, per poi riprenderlo solo una volta che i figli hanno iniziato le scuole, seppur la responsabilità della casa e dei bambini rimanga totalmente in mano loro.

Il governo nel 1986 con l’ Equal Employment Opportunity Law sembrava però intenzionato a cambiare le cose, ma come ha evidenziato una ricerca della Columbia University in realtà i risultati di tutto questo sono stati parecchio limitati. In conclusione possiamo dire con sicurezza che il Giappone sia un paese molto arretrato da questo punto di vista. Infatti nonostante l’introduzione di nuovi provvedimenti, i risultati ottenuti dal Paese del Sol Levante sono troppo modesti e di questo passo si rischia di ottenere degli effetti tangibili in tempi lunghissimi.

Articolo di Nicola Pancotti