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Regeni: storia di un giovane italiano torturato e ucciso in Egitto

Ormai da alcuni anni, più precisamente dal 2016, è al centro del dibattito internazionale il caso di Giulio Regeni, un ricercatore Friulano presso l’università di Cambridge, rapito, torturato e ucciso in Egitto. Regeni, all’epoca, aveva l’incarico di studiare la natura dei sindacati indipendenti in Egitto, dopo la fine del governo Mubarak, risalente a cinque anni prima, nel 2011.

Il 25 gennaio del 2016 Giulio Regeni scompare e, fin da subito, alcuni amici del ricercatore iniziano a preoccuparsi, decidendo, dunque, di lanciare un hashtag su Facebook in cui chiedevano dove fosse Giulio Regeni.

Dopo ben nove giorni di preoccupazioni, viene resa di dominio pubblico la notizia riguardante il ritrovamento del corpo mutilato e senza vita del ricercatore italiano nei pressi dell’autostrada Cairo-Alessandria. Subito dopo lo sconcertante avvenimento, istituzioni, scuole, centri sportivi danno il via ad una campagna di protesta contro l’Egitto per fare luce sui fatti e scoprire la verità. Dopo alcuni mesi di protesta, senza alcun tipo di collaborazione da parte dell’Egitto, che si dichiara assolutamente estraneo ai fatti, il caso Regeni inizia, purtroppo, a passare in secondo piano, a causa della mancanza di novità.

Nell’agosto del 2017, si verifica, però, un evento significativo e alquanto vergognoso per il caso regeni: l’Italia, che avrebbe dovuto rappresentare l’intera nazione unita, ed esprimere tutta l’indignazione possibile, esigendo, di conseguenza, la verità, si propone di riportare alla normalità i rapporti diplomatici con l’Egitto.  Fino al 2018 non vi sono progressi significativi, e, solo dopo svariati mesi di indagine, la magistratura identifica cinque uomini che vengono immediatamente indagati. Nel 2019, successivamente, viene istituita una commissione, con uguali poteri alla magistratura, che dovrà compiere un’approfondita indagine sul caso Regeni ancora irrisolto. Nel giugno del 2020, viene diffusa un’ulteriore notizia riguardante la vendita di due fregate (nave da guerra) della marina militare italiana all’Egitto di Al-Sisi che rappresenta l’ennesima beffa nei confronti della famiglia Regeni, degli amici, dell’Italia intera.

Le due nazioni sembrano intenzionate a concludere l’affare, sebbene non sia legale da parte dell’Italia vendere armi ad una nazione che non rispetta i diritti umani, come afferma la legge 185 del 1990, e, inoltre, non dovrebbe assolutamente essere concessa la vendita di armamenti militari ad un paese come l’Egitto, che è responsabile di aver rapito, torturato e ucciso un nostro compatriota.

Francesco Scarpino Cheli

Fonte immagine https://www.dire.it/10-12-2020/215305-giulio-regeni-sequestrato-e-torturato-per-nove-giorni-da-agenti-egiziani-la-procura-di-roma-chiede-il-processo/