Un anno di studi all’estero

Di Ettore Carugo

Durante il proprio percorso scolastico, per qualche iniziativa scolastica o per sentito dire, gli studenti si troveranno a dover valutare una possibilità: vale la pena studiare all’estero? Alle superiori, infatti, in terza o, più spesso, in quarta, si ha l’opportunità di svolgere il cosiddetto “anno all’estero”. Molti ragazzi non prenderanno nemmeno in  considerazione questa proposta, non vedendone i benefici e credendola una perdita di tempo. Altri, invece, seppur interessati, finiranno per rinunciarvi per timore di
rimanere troppo indietro con il lavoro della scuola italiana, perché credono che i vantaggi che deriverebbero dall’esperienza non siano sufficienti a sopportarne le difficoltà.

Chi deciderà di partire, invece, avrà l’occasione di passare un semestre o dieci mesi in un paese straniero e di sperimentare la vita quotidiana dei suoi abitanti immergendosi completamente nella sua cultura e nelle sue tradizioni. Certamente, partire per l’anno
all’estero significa essere disposti a lasciarsi alle spalle la propria vita, familiari e amici compresi, per diversi mesi, ma i benefici e la meraviglia dell’esperienza valgono sicuramente il prezzo che è necessario pagare. Dopo l’infinito processo d’iscrizione e l’interminabile attesa per l’assegnazione alla propria famiglia ospitante, ha inizio un anno che sarà per gli studenti unico e
indimenticabile. Quando si giunge nel proprio paese ospitante, ci si può sentire molto soli e disorientati, si è continuamente bombardati da nuovi stimoli, e ci si trova a dover comunicare in una lingua che non è quella a cui si è abituati. Eppure, tutti questi
elementi, seppur possano inizialmente fare paura ed essere fonte di molta preoccupazione, sono in realtà i fattori che renderanno l’avventura indimenticabile. Non a caso, un detto piuttosto popolare tra gli exchange students è che “l’anno all’estero non è un anno della tua vita, ma una vita in un anno”: in pochi mesi, infatti, si ha la possibilità di crearsi una vita completamente diversa da quella a cui si è abituati, in un paese nuovo, adattandosi ad usi e costumi differenti, stringendo nuove amicizie e venendo accolti da una nuova famiglia. Naturalmente mi sarebbe piaciuto provare questo tipo di esperienza, ma per mia mancanza di zelo non sono mai stato nella posizione di poterlo fare. Se potessi tornare indietro nel tempo con una mentalità differente farei in modo di provare questa magnifica esperienza in qualsiasi parte del mondo, preferibilmente in un paese dove la lingua parlata è una delle più utilizzate al mondo (come spagnolo, inglese o tedesco).