Officine Libertà. L’onda della Madonnina /RECENSIONE

di Giulia Repetto, 1B

Il 29 marzo la classe 1B dell’istituto di Teglia ha visto uno spettacolo teatrale in classe, a causa della pandemia di Covid-19, nell’ambito di un progetto intitolato “I Criticoni”. Lo spettacolo si intitola’Officine Libertà. L’onda della Madonnina’ ed è stato ideato e interpretato da Gianluca Foglia, soprannominato Fogliazza.

Il racconto inizia con Marco, che è alla fermata del tram, e si ricorda la storia che gli racconta sempre il nonno, Attilio, ormai novantenne. Attilio gli racconta dei tempi del fascismo e di quando incontrò la sua sposa, Piera.

Viene sottolineato l’avvenimento dell’1 marzo 1944, quando ci fu lo sciopero dei tranvieri, categoria di cui faceva parte Attilio, ed è proprio questo ricordo che fa capire a Marco quanto sia importante la libertà.

La storia è formata da flashback nel passato e parti nel presente.

Fogliazza, mentre racconta, si accompagna facendo dei disegni. La storia ha anche un sottofondo musicale grazie alla chitarra di Emanuele Cappa.

Gianluca Foglia ci ha concesso di fargli un’intervista. “Attilio non è mio nonno, ma avrebbe potuto esserlo”, ci ha spiegato. “Da ragazzino anche mio nonno mi raccontava degli avvenimenti durante la guerra ma a me non interessavano”. Ha poi continuato: “Fortunatamente queste storie le ho registrate e un giorno, per caso, quando ero in macchina le ho ascoltate”. “Mi sono dovuto fermare perché mi hanno commosso troppo”. Ma Piera è esistita? Gli abbiamo chiesto. “Piera non è esistita veramente ma una signora con il suo nome diceva sempre ‘Ciccia, la vita è tutta una fiction’, frase che poi ho ripreso nel mio racconto”.

Abbiamo chiesto se si emozionava anche lui e ha risposto: “Certo, io mi emoziono spesso durante lo spettacolo, ma è molto difficile trasmettere le emozioni al pubblico”. Ci ha detto anche che lui di professione fa il disegnatore, ma voleva trasmettere alle nuove generazioni questi sentimenti. “Ho fatto il primo spettacolo nel 2014”. “Quando è iniziata la pandemia non mi sono arreso e ho voluto registrare il racconto”.

“Solo che ero abituato a raccontare davanti al pubblico. Ora mi trovavo davanti solo posti vuoti con 6 telecamere che mi registrano. Ho provato tre volte prima di riuscirci”.

A noi ragazzi è piaciuto molto lo spettacolo perché ci ha insegnato con semplici parole l’importanza della libertà. Ci ha trasmesso molte emozioni e ci ha fatto riflettere tanto. Lo consiglio a tutti anche perché è adatto a tutte le età.