A piccoli passi – Camminando tra le strade e le contrade

“Confronterò il bianco del foglio col bianco dell’inverno e forse, nel farlo, mi commuoverò, perché commuoversi non significa piangere, ma muoversi insieme alle cose, averne il medesimo ritmo, il medesimo passo”.

Così Pierluigi Cappello a proposito di una passeggiata poetica alla scoperta dei colori iridati delle stagioni, del vento, della neve, delle nuvole. Mentre qualcuno dalle trincee degli appartamenti si affida alle paraboliche “per essere ancora più solo”, il poeta friulano si affida alle parole per riprodurre “il suono della neve”, sbarbicandole dal silenzio.

Attraverso le parole noi abbiamo abbracciato con lo sguardo i colori cangianti della natura o sobri delle strade cittadine, ci siamo mossi al ritmo delle cose, al medesimo passo.

In un percorso a più voci, a più passi, siamo stati guidati dai panni stesi ai balconi del centro storico, dal profumo dei peschi in fiore. Cullati dalle onde del mare o persi nei labirinti interiori, abbiamo guardato le cose con l’ebrezza del poeta, la saggezza di un giovane o l’ironia di un vecchio.

Abbiamo risposto a semplici domande: – Cosa vedi? Qual è la tua strada? Dove ti portano le tue scarpe?

“A piccoli passi” segue l’itinerario poetico dei grandi viaggi nelle minuscole capitali dello sguardo.

di Mariella Di Brigida

 

 

Da tempo non toccavo terra altrui

aspettavo che la testa smettesse di girare.

Allora inciampo tra le strade, così spaesata, a me così conosciute

spaventata perché senza meta, obbiettivi o traguardi da raggiungere

sono con me mentre respiro fumo gelido

che riempie quel luogo solitario.

La testa non la sento leggera

i piedi non si fondono con la terra

il cielo riflette il mio essere, tinto di nero

borbottando fischi in un silenzio non reale,

privo di stelle.

Strada squamata rovinata dal tempo dall’iper-uso dei mezzi

contornata da fili d’erba.

Le case si affacciano curiose su di me, in procinto di riconoscer l’intruso;

forse son troppo vicine, troppo curiose.

Le serrande serrate

da chi ha affanno a guardar il presente, i lampioni

illuminano il divenire dei miei passi, fanno

fori tra la nebbia che fa loro da chioma

e disegnano la mia indesiderata compagnia

riflesso di odiati spigoli.

 

Strada deserta, priva di vita, come il cielo di questa notte.

 

Conto

metro per metro

passo per passo

regolando ogni respiro.

Infilo un piede dietro l’altro

con la testa pesante di pensieri che menano

aggravata da un vociare angosciante

interrotto, dall’abbaiar di un cane.

 

                                                           di GDS