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Astuzia ed intricati inganni con “Epidicus” di Plauto. Recensione

Epidicus è una commedia scritta da Plauto, che racconta delle vicende dello schiavo Epidico, da cui la commedia trae il titolo, che deve risolvere per due volte i guai in cui si è cacciato Stratippocle, figlio del padrone Perifane.

Una prima volta il giovane si innamora di una suonatrice di lira. Nel frattempo  Epidico inganna il padrone dicendogli  che la suonatrice è in realtà sua figlia naturale, nata da un amore giovanile con una donna di nome Filippa, personaggio che in seguito entrerà in scena. Perifane, ingenuo, cade nel tranello, riscatta la ragazza e la tiene in casa  come fosse figlia sua.

In seguito Stratippocle si innamora di una schiava e per liberarla chiede in prestito i soldi ad un usuraio. Epidico racconta al padre che suo figlio si è innamorato di un’altra suonatrice di lira, che vuole liberare e sposare, e gli suggerisce di batterlo sul tempo, comprando lui stesso la suonatrice e rivendendola ad un soldato che farebbe di tutto pur di averla. Durante gli ultimi atti, Perifane, in seguito all’incontro con Filippa, capisce l’inganno del servo e decide di cercarlo per punirlo. Quando lo trova egli scopre però che la ragazza di cui il figlio era innamorato, Telestide, é in realtà sua figlia.

Come in tutte le commedie di Plauto i personaggi ricorrono a dei tipi fissi, che si trovano in situazioni ricorrenti. I principali sono ovviamente Epidico: un astuto servo che si mette al servizio del padrone e lo aiuta nelle avventure amorose  e  per tirarlo fuori dai guai; Epidico è infatti un uomo scaltro, intelligente e che pur macchiandosi di inganno riesce a cavarsela e a sopravvivere grazie al suo ingegno. Altro personaggio fondamentale è il giovane Stratippocle, un ragazzo sempre in cerca di avventure e spesso perdutamente innamorato, ma ingenuo e senza alcun denaro da offrire; un ragazzo insicuro e spontaneo, che senza l’aiuto del servo non riuscirebbe ad affrontare le situazioni in cui si trova. Il terzo ed ultimo protagonista è Perifane, il padrone di Epidico e padre di Stratippocle, un pater familias nobile, ricco, severo e autoritario, ma che si dimostra sciocco facendosi ingannare dal suo servo. Oltre i tre personaggi principali, che sono ricorrenti in tutti gli atti, vi sono altre figure secondarie: Apecide, un vecchio amico di Perifane; il soldato, colui che era perdutamente innamorato della suonatrice; un usuraio, che rincorre Stratippocle per riavere i soldi dati in prestito;  Tesprione e Cheribulo , soldato e amico di Stratippocle, i quali entrano in scena rispettivamente durante il primo e il secondo atto; Apecide, vecchio amico di Perifane; Telestide, figlia di Perifane e Filippa, la giovane amante di un tempo; Acropolistide, la suonatrice di lira.

Le vicende sono ambientate in una piazza di Atene e a casa di Perifane. 

Il linguaggio della commedia è semplice, ricco di ironia e di divertimento, come solito di Plauto, per questo la lettura risulta scorrevole e per niente pesante. Durante le scene sono spesso presenti più di due personaggi. Talvolta le scene terminano con la presenza di un solo personaggio che rimargina tra se e se alcuni pensieri. 

Personalmente ho trovato la trama della commedia un po’ complicata, soggetta di intrecci e scompigli, ma con il linguaggio usato sono riuscita a seguirla fino alla fine. Ho trovato quindi la lettura scorrevole e travolgente.

Francesca Monaco, III I