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Droga e giovani. Quando il desiderio di libertà è una trappola che uccide

Intervista a un tossicodipendente.

A cura di Soumaya Bourcha

“Colui che farà ricorso a un veleno per pensare ben presto non potrà più pensare senza veleno”.

                           Paradisi Artificiali, C. Baudelaire

“Ogni essere che viene al mondo cresce nella libertà e si atrofizza nella dipendenza.”

                         Lettere dalla Kirghisia, Silvano Agosti

 

Claudio, a quale età hai cominciato a drogarti?

A 14 anni.

Per un motivo?

No, senza motivo: volevo mostrarmi grande e libero.

Com’era la tua vita prima dell’incontro con la droga?

Normale, borghese: non ero povero, non ero ricco. Niente di speciale.

Avevi dei problemi con i tuoi genitori?

No, la casa però era un albergo per me: tanto tempo fuori, pochi doveri dentro ma erano simpatici con me.

Si sono accorti che ti drogavi?

Non subito, subito non si vede: sembri pallido e pigro per lo sviluppo. Poi ho cominciato a rubare in casa: la pelliccia di mia madre, il televisore, i soldi…lì hanno dovuto vedere.

Quale droga usavi?

La roba…la gialla…l’ero.

Di quanti soldi avevi bisogno?

Dicono che l’eroina costa poco. All’inizio è così. Con la mia ragazza avevamo bisogno di 450 mila lire al giorno, c’erano le lire.

Cosa provavi con la droga? 

Libertà. Perdevo la capacità di capire, di sentire ma ero libero. La schiavitù. In poco tempo la droga ti comanda, decide per te. Sai, come dice la canzone:

Per Elisa

Paghi sempre tu e non ti lamenti

Per lei ti metti in coda per le spese

E il guaio è che non te ne accorgi.

La conosci? Tu sei marocchina, forse non la conosci.

L’abbiamo ascoltata in classe dopo aver letto la tua testimonianza sul libro di antologia. Testimonianza che mi ha colpito, per questo immagino di intervistarti. Torniamo a noi, come hanno reagito i tuoi genitori?

Tristezza, rabbia mista a dolore. Credo questo. Ho perso prima la mia libertà e molte volte sono stato in prigione ma…in prigione è ancora più facile trovare la roba e non rischi di essere arrestato: sei già lì.

I tuoi genitori e i tuoi amici non hanno cercato di fermarti?

Mi hanno abbandonato tutti: genitori e amici. Non so. Forse provavano vergogna, forse non è facile salvare chi non vuole essere salvato e dai 14 ai 22 io ho continuato a drogarmi.

Quando hai pensato di smettere?

A 22. La mia ragazza ha continuato. Gli amici morivano intorno…gli amici…quelli nuovi, quelli come me. Ma da solo è impossibile e allora ho saputo di San Patrignano.

Come ti hanno aiutato?

Mi hanno aiutato gli ex tossici. Cambiare vita non è facile: devi volerlo, devi scegliere, devi smettere di giustificarti e diventare uomo.

Ora come ti senti?

Sano, libero sul serio, ho dei sogni normali.

Che messaggio dai agli adolescenti?

Non provate, non provate mai: la droga è morte.