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Idume, il fiume sotterraneo che attraversa Lecce, storia e caratteristiche

Non tutti conoscono a fondo ogni elemento caratterizzante della città di Lecce, tra le sue meraviglie ne spicca una in particolare, sotto un’altra grande bellezza della città: stiamo parlano del fiume Idume che scorre sotto palazzo Adorno.

L’Idume ha una lunghezza pari a 7 kilometri e una portata di mille litri al secondo, è così importante e caratterizzante che ne parlò Caio Plinio il Vecchio (magistrato romano) in una delle sue opere, oltre a Lorenzo Giustiniani, nel Seicento, in uno dei suoi poemi. Il punto dove è maggiormente visibile pare essere proprio nei sotterranei del palazzo, dove si può osservare una falda acquifera, formatasi grazie alle acque dolci del fiume e ad uno strato di rocce permeabili poste su un ulteriore strato di rocce impermeabili. 

Leggende sul fiume

Si pensava che il fiume avesse poteri magici, che fosse sacro alle ninfe e occupato da spiriti fanciulleschi che, si sostiene, furono uditi. Venne usato dalle comunità ebree come vasca di abluzione. Questa teoria è confermata dalla presenza di scritture ebraiche sui muri dei sotterranei

Lecce: storia, leggende e curiosità 

La città di Lecce è adagiata su un altopiano di circa 50 metri sul livello del mare, ad oggi conta una popolazione di 100.000 abitanti. La prima forma di popolazione è rappresentata da nuclei sparsi di capanne, databili tra l’VIII e il VII sec. a.C. Alla fine del IV secolo a. C viene eretta una struttura difensiva lunga 3km e spessa 5 m.

Negli anni che seguono la riconquista bizantina, Lecce sembra sparire dai radar lasciando il posto a terre come: Otranto, Gallipoli e Taranto. Si pensa che ciò sia accaduto, perché la città di Lecce in quel momento era debole e con un numero di abitanti notevolmente ridotto, per poi riprendersi nella seconda metà del XI secolo d. C. In età spagnola Lecce conferma, ancora una volta, la propria posizione di centro artistico e culturale, seconda in classifica dopo Napoli. E’h è proprio in questo periodo storico che la città si riempi di opere architettoniche stupefacenti, come: edifici, palazzi e chiese tutte in stile Barocco. Dopo l’unità di Italia, si ebbe la prima espansione urbanistica della città al di fuori delle mura del cinquecento.

Leggende e curiosità

Via Paladini

Al numero 2 di via Paladini si trova una casa stregata, casa Zizzari, dove si racconta che si suicidò, per una delusione in amore, una giovane pianista. Si sostiene che il giorno dell’anniversario della morte di questa ragazza, si possa udire una melodia di pianoforte proveniente dall’abitazione.

Via Perroni

Su via dei Perroni è collocato l’omonimo palazzo, riconoscibile dalla presenza di un angelo scolpito sull’ingresso dell’edificio. L’angelo, che sembra discendere dal cielo mantenendo tra le mani del pane, ricorda un evento miracoloso occorso a San Francesco: si narra che egli bussò alla porta per chiedere l’elemosina e gli apparve un fanciullo, estraneo alla casa, che offrì al santo del pane.

Via Galateo

Al numero 5 di via Galateo c’era la “ruota degli esposti”, ovvero una ruota dove si mettevano tutti i figli illegittimi o non desiderati, realizzata, secondo le cronache locali, per evitare che i bambini venissero abbandonati nelle piazze o nelle campagne.

Al numero 2, sempre di via Galateo, c’è una casa “stregata”. Si dice che durante la notte appaia l’anima dannata senza testa di un prete, presenza che ha da sempre scoraggiato tutti coloro che desideravano abitarci.

“lu Lauru o laurieddhu”

È un piccolo folletto che fa parte dell’immaginario salentino. È spesso dispettoso, lu lauru è colui che nasconde gli oggetti nelle case o che, secondo la tradizione bizantina, intreccia di notte le code dei cavalli.

Chiesa di San Matteo

Questa chiesa presenta sulla facciata, a destra di chi la guarda, una colonna incompleta in quanto, secondo la leggenda, il diavolo, geloso della bellezza di quel capolavoro, fece morire lo scultore prima che egli potesse finirla. Un tempo, di fronte alla chiesa di San Matteo, vi era la colonna, denominata “infame”, perché al posto del capitello, venne collocata la testa mozzata di un nobile leccese che cercò di consegnare la città ai Turchi.

Tradizioni

Tutti i giorni, puntuale dal 2 aprile 2002, la voce inconfondibile del grande tenore leccese, Tito Schipa torna a risuonare dagli altoparlanti, scandendo il mezzogiorno dei leccesi. Si tratta di pochi minuti, in cui si ripete la magia del suo canto dell’Ave Maria di Schubert nella piazza iconica della città, in occasione della festa patronale. La sua voce riecheggiò anche nel triste giorno della sua morte, celebrata a Lecce, in forme solenni il 3 gennaio del 1966, con un corteo di migliaia di persone (in precedenza vi erano stati altri funerali a New York e a Napoli, dov’era morto il 16 dicembre del 1965).

Festa di Sant’Oronzo

È il tradizionale evento con il quale si conclude l’estate leccese. I festeggiamenti religiosi iniziano nel pomeriggio del 24, quando in Piazza Duomo si radunano le diverse confraternite religiose, gli amministratori locali e una folla di fedeli per seguire la lunga processione per le vie del centro. Un ricco calendario di eventi e manifestazioni caratterizza i tre giorni della festa dedicata ai Santi Oronzo, Giusto e Fortunato che si conclude il 26 a sera con lo spettacolo notturno dei fuochi pirotecnici.

Sara Pisanelli, II A, indirizzo Audiovisivo