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La mancanza del calore dei tifosi al traguardo che ti annuncia la vittoria: il mondo dello sci in tempo di pandemia.

Di Filippo Vassallo, 1b

Intervista a Matteo Franzoso

Gruppo sciatori Fiamme Gialle

Durante quest’anno di emergenza sanitaria come è cambiato il tuo mondo sportivo degli allenamenti e delle gare?

Quest’anno è stata una stagione strana anche a causa di un mio infortunio in novembre, ma all’epoca gli allenamenti e le gare erano ancora abbastanza liberi. Poi ho ripreso a febbraio. Per lo svolgimento delle gare non è, in effetti, cambiato molto a parte i tantissimi tamponi che dobbiamo fare per essere controllati. Si usa sempre la mascherina tranne che proprio per la gara. I tamponi utilizzati sono quelli “rapidi” poiché dovendosi spostare di giorno in giorno per le stesse gare bisogna avere gli esiti immediatamente. Poi anche la programmazione può subire improvvisi cambiamenti; se un atleta risulta positivo si sospende la gara e si posticipa. Il problema, comunque, è stato più sentito per gli allenamenti in palestra perché sono tutte chiuse. Quindi è stato difficile organizzarmi per gli allenamenti in door; mentre sulle piste è stato quasi meglio nel senso che il tracciato era tutto per noi sportivi e non c’era nessun altro.

Certo per esempio nella gara della Coppa del Mondo è stato triste senza pubblico, senza spettatori, senza tifo. Certo a livello organizzativo senza pubblico sono riusciti a fissare la Due Piste Mondiali a Cortina sia maschile che femminile negli stessi giorni e nello stesso posto: cosa impensabile se ci fosse stata la presenza di un pubblico!

Tu come ti sei organizzato per far fronte a questo cambiamento, hai cambiato le tue abitudini di vita?

Si è ridotta tantissimo la socializzazione anche durante le gare con le altre squadre non ci sono più occasioni di confronto per evitare situazioni considerate a rischio.

Pensa che ci hanno tolto i pulmini per non stare a contatto durante i viaggi quindi alternativa è la macchina o i mezzi pubblici. Andare sempre in auto è stato innanzi tutto un costo e poi un problema perché i viaggi sono anche abbastanza lunghi per raggiungere i luoghi di montagna e arrivi stanco del viaggio.

Secondo te cos’è andato perduto?

Ho perso, sicuramente, un po’ di quotidianità come tutti e per esempio dopo le gare o gli allenamenti si deve tornare in albergo in camera con il tuo compagno di stanza e non si può fare altro, neppure andare a confrontarci sugli allenamenti della giornata in una altra stanza con gli altri amici atleti. Questo serve per tutelare la squadra dall’eventuale positività al Covid-19 di uno di noi, infatti si andrebbe in quarantena solo in due.

Ho perso tutto il pubblico ed il suo tifo; il calore delle persone durante gare ed allenamenti è perduto non c’è più!!!

Per esempio ieri ho vinto una gara, ma arrivando in fondo senza pubblico non ho capito com’era andata la competizione. Arrivato in fondo c’erano solo i miei compagni che erano rimasti un po’…. sai sono arrivato in fondo e li ho battuti …. quindi non hanno mostrato entusiasmo e io ho pensato “mah come sono andato?” ed invece avevo vinto!

Nonostante io sia presente sui Social il calore che si riceve dal pubblico in gara all’arrivo o dai bordi della pista è ineguagliabile. Apprezzo tantissimo i messaggi che ricevo, ma il rapporto con gli spettatori dal vivo è unico.

Sono stati immaginati nuovi progetti nel tuo ambito?

C’è un forte volontà di pianificare il “dopo Covid-19”, ma per ora è tutto in stand-by sicuramente ci sono i progetti, ma non riuscendo ad avere una pianificazione dei tempi è difficile ancora immaginare di realizzarli.