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Rinvii, tagli, sussidi nel 2020: quali conseguenze per lo sport agonistico ? Intervista a Silvia Salis del Consiglio Nazionale del CONI

di Filippo Lussana, 1B

Silvia Salis è un ex martellista genovese, vincitrice di dieci titoli italiani e partecipante a due Olimpiadi (Pechino 2008 e Londra 2012).

Nel 2017 è stata eletta nel Consiglio Nazionale del CONI , il Comitato Olimpico italiano.

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono state rinviate: cosa significa per un atleta rischiare di perdere anni di allenamento e di programmazione sia fisicamente che psicologicamente?

Il rinvio di una competizione molto importante dispiace sempre ad un atleta ma in particolare colpisce gli atleti over 30/35, a seconda dello sport, che rischiano di perdere l’ultima occasione per partecipare a un Olimpiade, che già spesso a quell’età è una conquista. 

Cosa hanno provato gli atleti che hanno partecipato a competizioni sportive nel 2020 senza la presenza del pubblico? Cosa è cambiato dal punto di vista organizzativo?

Dal punto di vista organizzativo è cambiato tutto: molte gare non si sono potute disputare, le poche che hanno potuto svolgersi hanno riscontrato diverse limitazioni per esempio i casi di positività di membri e dello staff di una squadra. Poi la mancanza del pubblico ha privato gli atleti dell’elemento trascinante di una gara, cioè il tifo e il sostegno dei tifosi.

Ci sono stati sussidi per gli atleti del mondo nello sport?

Sì, ci sono stati sussidi ma per gli operatori delle società sportive. Invece gli atleti professionisti, che avevano contratti, hanno subito un taglio del loro “stipendio”. Infatti i loro contratti sono costituiti da una quota fissa e da una variabile parametrata sulla partecipazione a fare e sui risultati. Ovviamente questa seconda parte è spesso venuta meno.

Lo stop forzato di quest’anno, porterà ad un impoverimento della capacità agonistica nei prossimi anni?

Non è facile poterlo prevedere con certezza attualmente: certamente la pratica di base, specialmente nei ragazzi, ha sofferto lo stop. 

Solo gli anni potranno dirci se la situazione attuale peserà nel lungo periodo.

Ci sono sport più e meno colpiti dalla pandemia? 

Per questa domanda occorre fare una distinzione fra atleti agonisti e dilettanti. Sicuramente quest’ultimi hanno sofferto maggiormente la pandemia. Lo sport che probabilmente ha più sofferto è il nuoto perché tutt’ora le piscine sono aperte ai soli agonisti. Inoltre altri sport che si praticano in luoghi chiusi, per esempio quelli nelle piccole palestre, non hanno la possibilità di fare né allenamento, né gare.