GIUSTIZIA O INGIUSTIZIA?

Il carcere è l’insieme delle strutture di pena previste dall’ordinamento penitenziario italiano. È suddiviso in Case Circondariali (Istituti di custodia cautelare), per i detenuti in attesa di giudizio e Case di Reclusione (Istituti per l’esecuzione delle pene), per i detenuti condannati definitivamente. Si aggiungono alle precedenti le Case di Lavoro, le Colonie Agricole (Istituti per l’esecuzione delle misure di sicurezza) e il regime 41 bis al quale sono sottoposti i detenuti per reati di mafia, di terrorismo e chiunque sia considerato pericoloso per la società. Quest’ultimo è controllato dal personale del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria.
SOVRAFFOLLAMENTO
Uno dei problema principali del carcere italiano è il sovraffollamento, poiché sono rinchiusi molti più detenuti rispetto a ciò che ne richiede il regolamento. Al momento le regioni dove si manifesta in maniera più evidente questo fenomeno, che non aiuta i detenuti a sopravvivere con tranquillità, sono la Puglia e la Lombardia.

CARENZA DI PERSONALE

Il secondo problema principale è la carenza personale di polizia e degli altri ruoli dell’amministrazione penitenziaria, che non rendono stabile la situazione nelle nostre carceri.
SUICIDIO
Il terzo problema è il suicidio, con una media di quattro/cinque suicidi al mese. Le statistiche degli ultimi anni confermano che fino ad oggi i suicidi nelle prigioni sono più di mille all’anno. Questo fenomeno riguarda anche le guardie penitenziarie e il resto del personale, arrivando anche a numeri molto elevati come il suicidio di sette poliziotti penitenziari ogni anno.
MANCANZA DI OPPORTUNITÀ DI LAVORO E FORMAZIONE
L’opportunità di lavoro dovrebbe essere estesa e obbligatoria per tutti i detenuti per aiutarli nel reinserimento sociale una volta conclusa la pena. Sono previsti all’interno delle strutture carcerarie delle ore di lezione per la loro formazione e dei lavori che permettono al detenuto di lavorare e mantenersi. Questo spesso però non implica la possibilità di un lavoro e di una vita dignitosa fuori la struttura.
PRESENZA DI SOSTANZE STUPEFACENTI
La polizia penitenziaria ogni giorno lotta per eliminare l’uso della droga all’interno delle carceri. I detenuti cercano di realizzare all’interno delle strutture dei veri e propri gruppi, finalizzati allo scopo di ricavarne i soldi.
PROBLEMATICHE SANITARIE E DI SOPRAVVIVENZA
La problematica sanitaria all’interno delle carceri è dovuta alla mancanza di igiene nelle prigioni e nei luoghi frequentati dagli stessi reclusi. Questa è alimentata a causa della convivenza nella stessa cella, di molti detenuti che possono arrivare anche a sei, rendendo impossibile la coabitazione.
COVID_19
Il Coronavirus ha colpito in modo violento anche le carceri, provocando la sospensione delle visite dei parenti, con lo scopo di limitare la diffusione del virus. Poiché in questa maniera si riducono le entrate e le uscite all’interno del carcere, che garantiscono un minor contagio. Questo ha provocato proteste sia da parte dei parenti che dei detenuti stessi. Ci sono nuove leggi che regolano le precauzioni nei confronti di quest’ultimi, dove i nuovi detenuti inseriti nella struttura, vengono tenuti in isolamento fino al doppio tampone negativo e solo dopo trasferiti in cella con gli altri. Nonostante questo il contagio rimane elevato a causa della mancanza di grandi spazi e del distanziamento.

UN PENSIERO PERSONALE…
L’analisi approfondita di questo argomento ci ha portato a delle considerazioni strettamente personali e soggettive. Consideriamo ingiuste e contraddittorie la maggior parte delle cose enunciate perché sono un controsenso a ciò che afferma e garantisce la Costituzione italiana. In ogni persona indipendentemente dai propri sbagli, giustamente da scontare, non dovrebbero mai mancare il rispetto e la dignità. Le condizioni in cui sono costretti a sopravvivere alcune volte vanno oltre ogni possibile accettazione perché è disumano convivere con più di sei persone in meno di 25 metri quadri e dover condividere gli stessi spazi, questo provoca esaurimento e angoscia emotiva da parte dei detenuti che li porta a compiere azioni estreme. Troviamo assurdo far pagare l’affitto di una cella, il cibo presente all’interno degli spacci alimentari in maniera così elevata, quando altri detenuti non lo fanno e la Costituzione italiana ci insegna che siamo tutti uguali difronte la legge. Allo stesso tempo è sbagliato togliere la possibilità ai detenuti di poter vedere e toccare i propri parenti, essendo l’unica forza e motivo che gli spinge ad andare avanti e a cambiare il loro percorso di vita, a tal fine sarebbe opportuno tamponare prima degli incontri i parenti per far vivere un momento di spensieratezza e sicurezza, per entrambe le parti. Riguardo alla droga e allo spaccio all’interno delle carceri ci siamo soffermate a pensare a come potesse entrare all’interno della struttura, senza trovare una precisa risposta. Speriamo che la situazione migliori per noi e per loro e che questo periodo di difficoltà li aiuti a consolidare il rapporto con i loro familiari e a imparare dai propri errori per non commetterli più.

Syria Armini, M.Clarice Bucciarelli 4M