Il romanzo sociale

Meglio, mille volte meglio non avere neppure un tetto sulla testa che una casa nella quale si ha il timore di tornare” cit. Charles Dickens

COS’È E DOVE NASCE

Il romanzo sociale è un tipo di romanzo che dà particolare risalto alla rappresentazione dei costumi della società che fa da sfondo alla vicenda narrata, pertanto, delinea un quadro realistico della società del tempo mettendo in risalto: i mali, le ingiustizie, le tristi e dolorose condizioni di vita delle classi più povere costrette a vivere nella miseria.

Nasce nel periodo di grande trasformazione provocata dalla Rivoluzione industriale, che cambiò profondamente la società occidentale ottocentesca, provocando un’enorme incremento della popolazione, a causa dei contadini che si trasferirono in massa dalle campagne alle città, in particolare nei centri urbani industriali.

Ha per oggetto e contesto proprio il racconto di questo rivolgimento sociale, poiché nasce insieme alla società industriale. Assume toni moralistici, ma ha sempre come fine la descrizione di quest’ultima e delle sue parti più umili, che viene descritta con il maggior grado possibile di verosimiglianza. ​È caratterizzato dal fatto di essere ambientato in un’epoca storica contemporanea a quella dello scrittore, che cerca di descrivere le condizioni di vita e la mentalità degli ambienti di lavoro, riproducendone le espressioni linguistiche, i gerghi e i dialetti più particolari. ​

La madrepatria è l’Inghilterra (mentalità imprenditoriale), dove per prima la Rivoluzione industriale si presenta, nel corso dell’Ottocento, con tutto il suo carico di stravolgimenti sociali.

LETTERATURA IN INGHILTERRA

Il padre del romanzo sociale è Charles Dickens, scrittore e giornalista inglese, che nel 1837 comincia a pubblicare a fascicoli le prime parti di Oliver Twist, uno dei suoi romanzi più celebri, dove racconta la storia di Oliver, un orfano che vive in una casa famiglia e che diventa in seguito apprendista presso un becchino. Scappa a Londra, dove incontra un gruppo di malviventi che vuole sfruttare la sua ingenuità per addossargli le colpe dei loro crimini; però per fortuna riesce ad allontanarsi da loro e viene accolto in casa di un gentile signore. Seguono altre vicissitudini del protagonista, dei tentativi della banda di malviventi di riprenderlo con sé, e dell’aiuto che riceve da persone di buon cuore che vogliono salvarlo. La storia si conclude quando finalmente viene accolto da persone che gli vogliono bene, le origini di Oliver vengono rivelate, e si scopre che ha diritto ad una grossa eredità che avrebbe potuto ricevere solo se fosse rimasto onesto.

Nessuno è inutile in questo mondo, se è capace di alleggerire i pesi di un altro uomo” cit. Oliver Twist

LETTERATURA IN FRANCIA

Il romanzo sociale francese più celebre è senz’altro Germinal (1885), di Émile Zola, che racconta gli scioperi dei minatori nella cornice della grande crisi economica di fine ‘800. Il protagonista è Étienne, che si ritrova a lavorare in miniera, scoprendo così le terribili condizioni di vita e di lavoro dei minatori. Alla notizia di una riduzione dei lavoratori, organizza uno sciopero durissimo che prosegue ad oltranza e nel quale i minatori si scontrano con alcuni reparti dell’esercito, alla fine gli operai sono sconfitti ed il protagonista si rifugia a Parigi.

Il racconto di Zola presenta una forte innovatività dal punto di vista ideologico ed è conscio del patrimonio storico della Francia: le idee e le azioni del protagonista rievocano infatti quelle dei socialisti, mentre lo stesso titolo del libro si rifà al Germinale, il mese di primavera secondo il calendario rivoluzionario.

LETTERATURA IN ITALIA

L’Italia conosce un’industrializzazione tarda e faticosa, ma intellettuali e letterati italiani sviluppano presto una spiccata attenzione ai problemi sociali. L’attenzione per la dimensione sociale e culturale certamente c’è, ma la visione complessiva del romanzo è lontana da quella giornalistica dickensiana e si mantiene su piani più marcatamente letterari.

Gli anni ’30 del Novecento, che hanno visto il momento di maggior consenso del fascismo, sono anche quelli in cui iniziano a sollevarsi le prime voci critiche che scoprono la realtà di soprusi e umiliazioni cui il regime costringeva le classi umili: è questo il senso di Fontamara (1933) scritto in esilio da Ignazio Silone. Il romanzo racconta della povertà cui sono costretti gli abitanti dell’immaginario paese di Fontamara, sperduto sull’appennino e abitato da contadini analfabeti, che viene peggiorata dai soprusi messi in atto dal latifondista della zona, il cavalier Pelino, che è anche un notabile del regime. Le proteste degli abitanti vengono represse con la violenza dalle squadre fasciste, mentre la narrazione si concentra sulle vicende di Berardo Viola, che si allontana da Fontamara per cercare lavoro ma non riesce a trovarlo perché considerato un sovversivo dalla polizia fascista.

Il romanzo di Silone divenne subito un manifesto antifascista e denunciò, al netto della propaganda, il disinteresse del governo per le classi più povere.

Ma l’attenzione per le tematiche sociali esplode in Italia con la fine della guerra. Pier Paolo Pasolini, giornalista e scrittore friulano trapiantato a Roma, pubblica nel giro di pochi anni Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959), due romanzi in cui il degrado economico e sociale delle borgate romane viene raccontato attraverso le storie dei giovani protagonisti, provenienti da famiglie poverissime che non possono permettersi di dargli un’istruzione, portati dalle circostanze a vivere di furti, prostituzione e violenze.

LETTERATURA IN RUSSIA

In Russia la critica sociale si fonde con il socialismo ad opera dello scrittore socialista Maksim Gor’kij, che lotta contro la miseria, l’ignoranza e la tirannia, costanti di tutta l’opera dello scrittore, che è considerato il padre del realismo socialista. Le due opere più importanti sono I bassifondi e La madre, proprio dell’autore.

Giulia Di Tullio 4M