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Qualità, praticità ed ecosostenibilità nei progetti di moda di Francesco Bogetti

di Bianca Gasparino, 1 B

Intervista allo stilista genovese e costumista teatrale Francesco Bogetti

In questo periodo di pandemia come si è organizzato il suo lavoro?

“In questo periodo pandemico il mio lavoro è notevolmente cambiato non essendo possibili la
realizzazione di eventi sia pubblici che privati, ai quali eravamo abituati da sempre.
L’impostazione quindi è radicalmente cambiata infatti per quanto riguarda la moda è stata rivalutata la qualità e la praticità, sto infatti creando capi che siano versatili con tessuti che esaltino la nostra pregiatissima industria manifatturiera Italiana dalle lane alle sete. Un ramo che sto sviluppando inoltre è la moda eco sostenibile ovvero la rielaborazione di capi di alta sartoria che tornano ad avere una nuova vita assolutamente splendente.”

In che cosa è cambiato il suo lavoro?

“Come in parte ho già spiegato, il cambiamento è stato radicale, ci si basa su capi iconici,
meno “usa e getta”. Condivido totalmente la dichiarazione in questo periodo di pandemia di
sua maestà Giorgio Armani ”la moda deve rallentare se vuole ripartire, tornando ad essere
umana, è tempo di togliere il superfluo e ridefinire i tempi”. Così come successe dopo la
seconda guerra mondiale quando dalla moda emersero gli stilisti che divennero dei veri e
propri miti, come Christian Dior, Balenciaga o Yves Saint Laurent che crearono capi che
hanno attraversato e attraversano tuttora i tempi.”

Quali progetti sono stati da lei immaginati?

“I progetti sono, come ho già detto, soprattutto basati sul “green” ovvero l’eco sostenibilità,
tema coinvolgente che riguarda tutti e soprattutto le nuove generazioni, molto sensibili a
questo tema.”

Che cosa è andato perduto secondo lei? 

“Sicuramente il rapporto umano nel senso più ampio del termine, in quanto la pandemia ha
privato il contatto diretto con le persone. Per il resto penso che tutto evolverà e da questa
situazione terribile si rinascerà sicuramente diversi e nulla sarà più come prima, e forse non
sarà un male.”