IL TERRORISMO  A TRE LATI  

AHMED GALAL 3G*

E’ successo di nuovo, un altro attentato in Sinai spaventa il popolo egiziano. Intanto, nell’ultimo mese, come ci informa www.skynews.com, i governi americano ed egiziano hanno cercato di superare le tensioni tra loro riorientando  le relazioni USA-Egitto intorno a interessi reciproci urgenti, primo fra tutti la lotta al terrorismo. Un approccio sicuramente logico, ma la tensione continua perché la definizione di  terrorismo si distingue  tra le due parti.

L’Egitto si trova di fronte a una reale e grave minaccia terroristica nella penisola del Sinai, soprattutto dopo questo attentato  successo pochi giorni fa. Il Sinai in questo momento è anche  un trampolino di lancio per attacchi terroristici in altre parti del paese. Non c’è dubbio che affrontare questa minaccia è una priorità di sicurezza comune. Secondo fonti  delle forze armate egiziane, il numero delle vittime di questo attacco terroristico  ha raggiunto più di 700 persone tra soldati, polizia e civili.  Il gruppo più attivo che rivendica la responsabilità di questi attacchi è Ansar Bayt al-Maqdis, ed è anche l’unica organizzazione nel Sinai a rivendicare la responsabilità di attacchi al di fuori dalla penisola. Sebbene il nome dell’organizzazione, Ansar Beit al-Maqdis, indichi che Israele è l’obiettivo, il gruppo è passato, in meno di tre anni dalla sua istituzione all’inizio del 2011, dall’attaccare Israele e cercare di interrompere le relazioni egiziano-israeliane a concentrarsi quasi esclusivamente sulla sua guerra contro l’esercito egiziano, soprattutto dall’estate del 2013. Questa dunque ha messo in atto diverse operazioni, dagli attacchi missilistici contro Israele ai bombardamenti nel nord e nel sud del Sinai, fino all’attentato di pochi giorni fa.

Tuttavia, tra America e Egitto il problema è unico, ovvero  Ansar Bayt al-Maqdis. Lanciando attacchi contro gli Stati Uniti, rappresenta di fatto una minaccia diretta a tre interessi legati alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti: la stabilità egiziana, la sicurezza israeliana e il mantenimento della calma ai confini tra i due stati. Per questo, il 9 aprile 2014, il Dipartimento di Stato americano ha segnalato Ansar Bayt al-Maqdis come organizzazione terroristica. 

Negli ultimi mesi, le forze armate egiziane hanno ottenuto maggiori successi nel contrastare la minaccia proveniente dal Sinai mettendo in atto misure di sicurezza severe nella penisola. Per il governo egiziano sembrava impossibile porre fine allo slancio  delle operazioni dell’ISIS, soprattutto quando il gruppo Ansar Bayt al-Maqdis ha abbattuto l’elicottero militare lo scorso maggio  e poi ha lanciato l’attacco all’autobus turistico a settembre. Tuttavia, questi attacchi hanno permesso alle forze armate egiziane di concentrare i loro sforzi. Di fatto, nelle settimane successive all’abbattimento dell’elicottero, l’esercito egiziano, utilizzando elicotteri specializzati, ha bombardato le  sospette organizzazioni  che si nascondevano fuori dalle città di Arish, Rafah e Sheikh Zuweid nel Nord Sinai. In altri termini, l’uso di elicotteri in questi attacchi era il modo più efficace per eliminare i sospetti ma era anche una chiara indicazione che un singolo attacco per mezzo di un missile non era sufficiente a interrompere la potenza di questa organizzazioni.

In questo momento c’è solo caos, di fatto le forze egiziane avevano interrotto per un bel periodo i continui attacchi di questa organizzazione terroristica, dunque è giusto che sia un momento spaventoso per il popolo. Inoltre www.lastampa.com ci comunica che gli Stati Uniti hanno mandato 10 elicotteri specializzati, in modo da essere pronti per qualsiasi attacco. 

Attualmente in Egitto ci sono problemi politici, dove il popolo egiziano cerca di cacciare il presidente della repubblica, di fatto gli Stati Uniti ritengono che l’attuale conflitto politico in Egitto intensifichi i rischi per il Paese derivanti dalla minaccia terroristica.

Pertanto, si espande la guerra al terrorismo in una guerra all’opposizione politica, secondo però www.bbc.com  in questi giorni l’Egitto sta perdendo il sostegno americano per la lotta al terrorismo all’interno dell’Egitto, anche se sostenuti appunto da loro come citato prima mandando elicotteri specializzati. 

In altre parole, gli Stati Uniti esitano a inviare attrezzature che aiuterebbero a combattere ancora di più  il terrorismo, per paura che vengano utilizzate anche per prendere di mira gli oppositori politici. La conclusione è che la cooperazione tra Stati Uniti ed Egitto nella lotta al terrorismo nel Sinai, nonostante gli ostacoli che potrebbe incontrare a causa degli attuali disaccordi, può continuare e probabilmente continuerà indipendentemente dal fatto che l’Egitto persegua o meno un percorso democratico, e il motivo è che la sicurezza nella penisola del Sinai è un problema, interesse comune dei due stati. 

Tuttavia, gli Stati Uniti aumenterebbero in modo significativo i loro aiuti all’Egitto nel campo della lotta al terrorismo se le autorità egiziane smettessero di limitare l’opposizione politica. 

*La ricostruzione dei fatti così come le vicende citate sono prevalentemente frutto della fantasia dell’autore.