Etna, luogo di miti

Da sempre i popoli hanno elaborato miti, favoleggiato su luoghi misteriosi, cercato di dare un senso a fatti naturali inspiegabili trasformandoli in fenomeni sovrannaturali, a una o più divinità, alle quali rivolgersi per chiedere protezione in circostanze in cui la vita veniva messa a rischio, in guerra oppure in viaggio per luoghi pericolosi. 

Secondo le definizioni di diversi dizionari, la parola mito deriva dal greco mythos che ha il significato di «parola, racconto, favola, leggenda». I miti degli antichi sono storie di esseri di natura divina. Il racconto ha natura fantastica e, tradizionalmente, orale, ma possiede un potente valore simbolico, spesso religioso. In una società sempre più razionalisti il mito assume il ruolo di favola e di racconto di letterario, ma ogni società ha bisogno di miti per solidificare la propria identità.

La Sicilia è stata sempre rappresentata come un luogo felice, solare e idilliaco, ma pure come un luogo brutale, violento, tenebroso, infernale e mitologico. 

Il mito in Sicilia riguarda soprattutto l’Etna. L’Etna è mito e, proprio per questa ragione, è sempre stato e continua ad essere per i viaggiatori la meta preferita dell’Isola. Lo è da sempre, anche se per le sue continue eruzioni e i terremoti abbia incusso grande timore. Ma per la curiosità, propria della natura dell’uomo, il vulcano ha rappresentato da sempre una forte attrattiva per ogni tipo di viaggiatore, per uomini avventurosi, per studiosi, per intellettuali, per semplici curiosi, che ne sono rimasti affascinati, e in loro l’Etna ha stimolato la fantasia e spesso è stata la fonte di ispirazione artistica.

Numerosi sono stati i racconti fatti sul vulcano fin dall’antichità, gli autori che hanno dato vita a storie leggendarie ambientate qui come quelle dell’incontro tra Ulisse e Polifemo, raccontata da Omero nell’Odissea, di Tifeo imprigionato sotto l’Isola, di Efesto che costruiva insieme ai ciclopi le saette per Zeus, di Aci e Galatea, di Colapesce e di tanti altri personaggi mitologici.

Articolo di Ginevra Cannizzaro VE