I Sanniti, i temibili avversari dei Romani

I Sanniti, provenienti dalla zona indoeuropea, erano un popolo che nel corso VI secolo a.C. si stanziò nella parte centro meridionale della penisola italica, negli attuali territori di Molise, Campania ed Abruzzo.

Essi erano divisi in quattro tribù principali: Pentri, Carricini, Caudini ed Irpini.

Il loro territorio era morfologicamente vario, composto principalmente da pianure, altopiani e dorsali appenniniche che rappresentavano un ostacolo per i commerci ed essendo privo di coste, i Sanniti navigavano e commerciavano poco, erano infatti un popolo prevalentemente di contadini e allevatori, organizzati in comunità rurali.

Per quanto riguarda le attività manifatturiere, erano particolarmente abili nella produzione della ceramica, mentre la lavorazione dei metalli era limitata alle armi ed agli attrezzi, tutto di semplice fattura.

A questo popolo risalgono poi numerose tradizioni, tra queste le due principali: i combattimenti tra gladiatori ed il Ver Sacrum.

La prima usanza fu importata anche a Roma e veniva svolta, inizialmente, in occasione dei funerali, come era stato anche  tra gli Etruschi. Mentre la seconda, detta la Primavera Sacra, veniva celebrata in momenti difficili, come carestie e pericoli imminenti. Molto probabilmente questo rituale derivava da una promessa al dio Marte e consisteva nell’offrire come sacrifici tutti i primogeniti nati fra il 1° marzo ed il 1°giugno. Questi bambini in realtà non venivano immolati ma vivevano come «sacrati», cioè protetti dagli dei, con lo scopo di fondare nuove colonie.

Con il Ver Sacrum avvenivano quindi le migrazioni delle greggi, che per spostarsi attraversavano dei sentieri erbosi in terra battuta, i tratturi.

Col passare del tempo essi assunsero un ruolo sempre più importante per i commerci, tanto che vennero usati dai Sanniti come vere e proprie vie di comunicazione.

Dal punto di vista governativo, l’amministrazione si basava sul touto, termine osco che indicava l’unione di più villaggi, detti pagi, ossia una unità corporativa a base territoriale. Erano dei distretti rurali semi-indipendenti, che si occupavano di questioni sociali, agricole, religiose e politiche.

​La carica principale era quella del Meddix, ovvero un magistrato che ricopriva il ruolo di capo militare e capo-sacerdote, ed emanava numerosi decreti che riguardavano tutti gli aspetti della vita sannita.​ Al suo fianco vi erano un consiglio ed un’assemblea, che si riunivano periodicamente.

I Sanniti era un popolo bellicoso ed il loro esercito, formato da gruppi di uomini guidati da un condottiero, era fortemente temuto dagli altri popoli italici.

Si presume che i Sanniti usassero sia il giavellotto (pilum) sia un lungo scudo rigato (scutum)e che i Romani appresero da essi l’uso di tali armi. I Sanniti avevano inoltre un gruppo scelto di guerrieri,​ la Legio Linteata, che partecipò a tutte le Guerre sannitiche, combattute contro i Romani. La Legio Linteata rappresentava infatti  un corpo speciale dell’esercito Sannita, formato da guerrieri che si erano dimostrati valorosi e capaci in battaglia e che formavano una Devotio alle divinità protettrici sannite.

L’iniziazione nella Legione avveniva anzitutto col giuramento di fedeltà, quindi si consacravano, con l’opera dei sacerdoti, la propria spada e la propria vita alla battaglia. Successivamente i soldati venivano legittimati come guerrieri e si impegnavano a proteggere la patria, anche a costo della vita.

 

    di Angela Di Spalatro e Antonio Lamelza