Il lato verde della moda

La lotta al cambiamento climatico si fa sentire anche nel settore della moda. Dopo le varie inchieste svolte durante gli anni, sì è evinto che il settore tessile è uno dei più inquinanti e che impiega una quantità d’acqua eccessiva. Numerosi servizi televisivi, come per esempio quelli proposti da Report, hanno permesso ai telespettatori di acquisire una maggiore consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente. Oggi quindi risulta più probabile che chi compra un capo di abbigliamento ne guardi la composizione.
Per questo motivo sono sempre più numerose le aziende di abbigliamento che puntano ad un commercio ed una produzione più sostenibile. Infatti, per riuscire a soddisfare anche quei clienti che prestano una maggiore attenzione alla sostenibilità del prodotto, molte industrie della moda hanno convertito la loro produzione per renderla a impatto quanto più prossimo allo zero. Impiegano nuove tecnologie che riescono a sfruttare le fonti rinnovabili e a riciclare i vecchi capi non più amati.
Per esempio nei punti vendita della multinazionale H&M è possibile portare i vestiti non più indossabili per dar loro una nuova vita, ottenendo in cambio un buono in denaro spendibile presso qualunque sede del negozio. Inoltre si è ampliato il mercato del vintage, ossia di quei capi fuori collezione similnuovi che sono ancora indossabili. Per esempio grazie all’applicazione Vinted è possibile mettere in vendita i capi che non piacciono più e comprarne dei nuovi ad un prezzo ridotto. In tal modo gli sprechi diminuiscono.
Alcune case di moda come la North Face donano una parte dei guadagni ad associazioni che combattono contro lo scioglimento dei ghiacciai che provoca la morte di specie uniche come gli orsi polari. Altre aziende ancora invece preferiscono puntare sulla naturalità dei tessuti. 

Dopo le indagini che hanno rivelato l’eccessivo accumulo di microplastiche nei filtri delle lavatrici, si è capito che occorre evitare quei capi a basso prezzo realizzati con tessuti sintetici e quindi inquinanti. Vanno infatti preferiti tessuti naturali come il cotone organico e la lana o quelli prodotti a partire da fibre naturali.
È quindi sufficiente scegliere con attenzione ciò che compriamo, favorendo quelle aziende che mirano al sostegno del nostro pianeta. Basta quindi vestirsi per rispettare l’ambiente.

 

Martina Cutuli 5^E