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La Didattica a distanza può sostituire l’insegnamento tradizionale?

Il 2020 è stato un anno pieno di difficoltà a causa della pandemia sia sul piano economico che sociale. La scuola ha faticato molto per fornire ai cittadini italiani il diritto all’istruzione sancito dalla costituzione pur cercando di mantenere quello per la tutela della salute. Il compromesso è stato possibile mediante la Dad (Didattica a distanza), che ha permesso agli studenti e alle studentesse d continuare gli studi senza perdere l’anno scolastico. 

Tuttavia questo sistema fin da subito ha riscontrato non pochi problemi: per prima cosa i docenti erano totalmente impreparati a una situazione di questo genere e questo li ha portati ad improvvisare, inoltre il nostro paese, già da decenni riscontra problemi nelle telecomunicazioni in alcuni territori portando “all’isolamento” di interi nuclei familiari se non di piccole comunità. Il problema nel lungo periodo è stato parzialmente risolto, anche se dai sondaggi emerge che due studenti su tre ritengono che sarebbe inutile continuare ad utilizzare la didattica a distanza.

 Anche dopo l’emergenza Covid-19 solo 7 studenti su 10 ritengono che il livello di preparazione raggiunta attraverso le lezioni a distanza sia inferiore a quello che avrebbero avuto andando a scuola. Sicuramente il metodo tradizionale che prevede le lezioni in presenza è efficace e sicuro, lo dimostrano secoli di insegnamento e intere generazioni di studenti, ma bisogna considerare che all’epoca non si disponevano delle tecnologie adeguate a farlo. Apprendere da un computer può sembrare assurdo e ironico per chi ha passato la propria infanzia in classe studiando dai libri, ma i tempi cambiano e con loro devono cambiare anche le persone.

Prima per una manciata di studenti lo Stato doveva investire centinaia di migliaia di euro per pagare i docenti, il personale scolastico, gli ambienti e le aule. Adesso molte di queste spese si possono evitare ottimizzando anche il servizio scolastico. Questo non vuol dire che le attuali condizioni siano delle migliori, ma come tutte le cose occorre tempo per perfezionarle in modo che vadano a sostituire quelle obsolete, in altri paesi europei già da prima della pandemia si è cercato di coniugare l’istruzione con la digitalizzazione sostituendo i vecchi quaderni e i libri con dispositivi elettronici o con lezioni virtuali. In questo modo no solo è possibile abbattere costi superflui e dettati dalla vecchia politica ma permette ai ragazzi di interfacciarsi con nuovi strumenti elettronici al fine di acquisire competenze digitali, indispensabili nel nuovo mercato del lavoro. Il sistema scolastico italiano è obsoleto e lontano da quelle che sono le competenze che dovrebbe avere un lavoratore di qualunque settore, è necessario un cambiamento che soddisfi le esigenze didattiche degli studenti ma che allo stesso tempo gli faccia uscire con un bagaglio culturale funzionale a provvedere a se stessi, ad oggi uno studente si diploma o si laurea e quando viene assunto risulta avere una preparazione carente per adempiere al lavoro assegnato, e spetta al datore di lavoro a colmare le lacune fornendo un tirocinio o uno stage. Questo porta gli imprenditori a investire sempre meno nei giovani e a preferire persone già formate. 

In conclusione all’istruzione servono urgentemente dei cambiamenti radicali volti a introdurre le nuove generazioni nel modo del lavoro e allo stesso tempo forniscano i giusti mezzi per affrontare le incognite della vita, attualmente il programma didattico è molto astratto e teorico, ben lontano dalla dimensione “pratica” che occorre.

 

Di Elia Canali