• Home
  • Blog
  • Articoli
  • UN’ADORABILE “BUFFONA” DA PALCOSCENICO: LA 5B INCONTRA L’ATTRICE VIVIANA PICARIELLO

UN’ADORABILE “BUFFONA” DA PALCOSCENICO: LA 5B INCONTRA L’ATTRICE VIVIANA PICARIELLO

Roma: l’attrice professionista Viviana Picariello si racconta 

 UN’ADORABILE “BUFFONA” DA PALCOSCENICO 

Talento, studio, determinazione e precarietà: cosa c’è dietro il lavoro di un attore 

Sul palcoscenico ama emozionare ed emozionarsi, poi studia, studia, studia e si definisce un po’ “buffona”: Viviana Picariello, attrice romana professionista, giovane ma con tanta esperienza alle spalle, si racconta. Ci spiega la sua innata passione per il teatro e della preparazione che deve esserci dietro ogni bravo attore, delle difficoltà lavorative dovute al fermo dei teatri per il covid, e svela cosa c’è di forte e indissolubile dietro le quinte: la compagnia teatrale. 

Attori si nasce? 

Si nasce con la voglia di fare l’attore, bisogna però studiare, studiare, studiare!”. 

Preferisci interpretare le parti drammatiche o quelle divertenti? 

“Sono un po’ una “buffona”, mi piace tanto far ridere e mi diverto per prima. Però mi piacciono anche le parti drammatiche. E poi l’attore deve essere bravo a fare tutto.”. 

È più facile far ridere o far piangere? 

“Far ridere è molto più difficile. Deve accadere in un momento in cui lo spettatore non se lo aspetta, ci sono tempi da rispettare, c’è bisogno di una tecnica più raffinata, e di seguire delle regole precise.”. 

Tutti possono diventare attori o serve il talento? 

“Più che il talento è la tenacia. Il mondo teatrale è molto difficilespesso ci si trova a non lavorare, altre volte capitano più lavori insieme. Molti lasciano, c’è bisogno di studio, passione e costanza.”. 

Cosa si prova ad essere un’attrice? 

“Emozioni contrastanti. A volte dicevo, il lavoro è precario ma è il mestiere più bello del mondo, si raccontano delle storie, si dà voce a dei personaggi che hanno bisogno di essere raccontati, mi fa vivere e fa vivere emozioni, sono felice di esserlo.”. 

Come ti è venuta l’idea di diventare attrice? 

“In realtà l’ho sempre avuta: da piccola organizzavo spettacoli per la mia famiglia. I miei genitori mi portavano a teatro e a dodici anni vidi uno spettacolo e poi dissi a mia mamma di voler fare teatro.”. 

“Ci sono stati momenti in cui hai pensato di non voler più fare l’attrice? 

“Sì, nei momenti in cui non riuscivo a trovare lavoro. Poi mi rimboccavo le maniche, pensavo che quello era il lavoro della mia vita, e andavo avanti. Non riesco ad immaginare la mia vita in altro modo.”. 

Ti è mai capitato di salire sul palco e dimenticare una battuta? 

Tantissime volte, si va nel panico però non si è mai da soli in scena, c’è la compagnia teatrale, il gruppo, proprio come voi in classe. Quindi, quando succede una cosa del genere, ci sono gli altri che aiutano ad andare avanti.”. 

Ci racconti qualcosa successa in teatro che non dimenticherai mai? 

“Ho sostituito una collega nel mio spettacolo preferito, in tre giorni ho dovuto imparare la sua parte, sono andata in scena terrorizzata. L’incubo degli attori è quello di andare in scena senza aver fatto le prove, ecco: stavo vivendo il mio peggior incubo! Ma gli altri attori mi hanno dato una mano e sono andata avanti.”. 

Cosa provi quando il pubblico applaude? 

“E’ una bella soddisfazione soprattutto quando applaude a scena aperta, cioè quando non se lo aspetta, ti dà adrenalina. Poi gli applausi finali, ci si lascia andare…”. 

Cosa pensi dei teatri chiusi per il lockdown e di luoghi pubblici aperti come quelli di culto? 

Mi sembra un controsenso: è giusto contenere la pandemia, son la prima a dirlo ma non ha senso chiudere una cosa e lasciarne aperta un’altra. I luoghi della cultura e dello spettacolo sono importanti e non bisogna dimenticare che ci sono tanti lavoratori fermi, io per esempio, non lavoro da febbraio. Credo che si possa riuscire ad aprirli magari facendo spettacoli all’aperto, nelle piazze, nei cortili ecc…”. 

Allora cosa fai adesso che i teatri sono chiusi? 

“Mi faccio tante domande… Intanto sto approfittando di questo tempo libero per studiare cose che non ho mai avuto tempo di approfondire prima. Ho fatto un master in fotografia. Come dicevo primal’attore deve saper fare tutto per esempio scenografia, regia e altro, deve essere anche in grado di fare un video. Sapete quante volte mi è stato chiesto di fare un videoprovino? Quindi devo saper gestire la luce, saper fare l’inquadratura. Spero comunque di poter ricominciare presto a lavorare”.

 Viviana Picariello alla corte della 5° B di Teglia

“GRANDI VOCI IL LEONE E IL COLIBRÌ 

Entrano in scena i “Criticoni” con la recensione della favola africana recitata dall’attrice romana solo per loro 

Grande il leone ma soprattutto il colibrì: bello, divertente e coinvolgente la favola africana recitata in diretta per Criticoni” dall’attrice Viviana Picariello, che ha interpretato tanti animali della foresta dando ad ognuno di loro una voce e un’anima. Dietro una apparente semplice lettura, il talento e la passione che Viviana mette nel recitare si avvertoneccome. Per ogni vocina un’espressione del volto diversa che ha incollato al monitor tutti noi Criticoni”. Non vediamo l’ora di poterla vedere in presenza e la invitiamo qui a Genova nel suo ambiente naturale: il palcoscenico.                      

     I CONSIGLI DI VIVIANA AI GIOVANI ATTORI 

      SMORFIE E LINGUACCE PRIMA DELLO SPETTACOLO 

  • Arrivare sempre un’ora prima in teatro. 
  • Riscaldare la voce con un po’ di vocalizzi (ba be bi bo bu). 
  • Fondamentale la preparazione della faccia: stropicciare le guance, fare boccacce e linguacce. 
  • Dire un po’ di scioglilingua. 
  • L’attore deve saper fare tutto su un palcoscenico: regia, scenografia ecc. 
  • Mai mollare. 
  • Approfondire le proprie conoscenze. 
  • Se si va nel panico sul palco non succede niente, ci sono i colleghi che aiutano. 
  • Metterci sempre passione e costanza. 
  • Studiare, studiare, studiare.