Allevamenti intensivi? No, grazie!

Oggi vi parlerò degli allevamenti intensivi e di quanto siano poco rispettosi degli animali, oltre che dannosi per l’uomo e per l’ambiente. 

Gli allevamenti intensivi consistono nell’allevare un gran numero di animali al chiuso e in ambienti ristretti: questo può portare al diffondersi di virus, che rappresentano un rischio anche per la nostra salute. Per questo dovremmo prediligere la carne di animali cresciuti in allevamenti estensivi, cioè all’aria aperta, più confortevoli e dotati di spazi più ampi.

Ecco com’è fatto un allevamento intensivo: l’immagine di copertina fa capire bene in che condizioni si trovino gli animali!

Lo stesso discorso vale per gli allevamenti intensivi dei pesci: il 21 marzo 2021 si è scoperto che dieci milioni di salmoni sono morti prematuramente negli allevamenti intensivi per colpa di un’infestazione di pidocchi di mare, che ha provocato un alto tasso di mortalità.

Gli investigatori hanno trovato pesci stipati in anguste gabbie sottomarine, dove i salmoni erano costretti a nuotare senza meta in condizioni insostenibili, favorendo il proliferare di virus e parassiti.

In alcuni casi, inoltre, questi allevamenti si trovano lungo le rotte migratorie di salmoni che, venendo a contatto con esemplari infetti, contraggono a loro volta virus e malattie spesso mortali (qui potete trovare un approfondimento su questo tema)

Quale può essere la soluzione per evitare questo scempio?

Prediligere il consumo di pesce o di carne provenienti da allevamenti estensivi e rispettosi degli esemplari che ospitano ed evitarlo nel caso in cui non si sia certi della loro provenienza.

È un sacrificio, è vero, ma solo in questo modo possiamo garantire la salvezza degli animali e, di conseguenza, dell’intera umanità.

Samuele Porcelli 2^D