Fosse Ardeatine: un massacro umanitario

8 settembre 1943. Dopo l’armistizio il re e il generale Badoglio fuggono a Brindisi mentre i Tedeschi occupano l’Italia. Nella capitale singole unità tentano di resistere, ma, in seguito ad aspri combattimenti, il 10 settembre i nazisti si insediano a Roma che viene dichiarata parte del territorio di guerra. Il civico 155 di via Tasso diventa la sede del comando di polizia tedesca, che viene usata anche come prigione per gli antifascisti grazie alla costruzione di alcune celle di detenzione. Inoltre, le forze di occupazione naziste hanno al loro servizio la banda di Pietro Koch a cui spetta il compito di reprimere il movimento partigiano. In questi anni, infatti, le forze antifasciste si riuniscono e danno vita al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e ai GAP (Gruppi di Azione Patriottica), formati da partigiani che si impegnano a combattere i nazifascisti attraverso attentati in luoghi pubblici.

18 ottobre 1943. I GAP decidono di agire lanciando delle bombe a mano contro un corpo di guardia della milizia in viale Mazzini.

18 dicembre 1943. All’uscita del cinema Barberini i sostenitori della Resistenza colpiscono ancora e questa volta aggrediscono un gruppo di militari tedeschi.

19 dicembre 1943. Avviene l’attacco all’hotel Flora, sede del tribunale di guerra germanico.

23 marzo 1944. Il giorno del 25° anniversario della fondazione dei Fasci, in via Rasella i Gruppi di Azione Patriottica attaccano la colonna del battaglione di polizia Bozen. Si contano 32 morti a cui se ne aggiunge uno durante la notte. Per rappresaglia Hitler ordina di fucilare dieci italiani per ogni tedesco ucciso, ma per puro caso ne verranno ammazzati cinque di troppo.

24 marzo 1944. A meno di 24 ore di distanza, alle Fosse Ardeatine un plotone di polizia tedesca con a capo Herbert Kappler uccide 335 uomini.

In occasione della 77° commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine il Liceo Socrate di Roma ha avuto l’opportunità di ospitare Alessandro Portelli nell’assemblea d’istituto. Il professore, autore del libro “L’Ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria”, ha esposto a noi studenti alcuni aspetti di questa tragedia che mi hanno molto colpito. Inizialmente sono rimasta sbalordita nel sentire che il massacro delle Fosse Ardeatine venga definito umanitario: Kappler, infatti, disse che per motivi umanitari non si sarebbe dovuto appoggiare la canna del fucile sulla nuca perché questo avrebbe comportato un eccessivo danneggiamento dei corpi. In base al significato della parola “umanitario”, io mi chiedo come una fucilazione di 335 persone possa promuovere il benessere dell’umanità. In secondo luogo il fatto che il colonnello Kappler continuasse a scegliere casualmente gli uomini da eliminare solo per raggiungere la cifra stabilita mi ha fatto pensare che succede la stessa cosa quando si deve cambiare una merce in negozio. Probabilmente a quasi ognuno di noi spesso sarà capitato di iniziare a prendere articoli a caso pur di arrivare alla somma prevista. E a volte accade di dover pagare una parte extra come le 5 vittime in più della strage.

Infine il professor Portelli ribadisce l’importanza della memoria, ma sottolinea quanto sia necessario vigilare su di noi esseri così simili ai carnefici.

Carlotta Simei 5E