Il dipinto fantasma

Affascinante, magica, espressiva, simbolica, educativa, con questi e tanti altri aggettivi si può esprimere l’arte, una testimonianza del passato. L’arte è anche mistero, noi non sapremo mai con certezza cosa ci volesse veramente comunicare un determinato pittore o scultore, possiamo fare supposizioni che si avvicinino alla verità, niente di più. I simboli, l’indagine, la sete di conoscenza, sono tutte cose da cui siamo attratti, e uno dei misteri della storia dell’arte è legato al quadro della Battaglia Di Anghiari, forse dipinto o solamente fatto come una bozza dal grande genio Leonardo da Vinci.

Se andiamo a Firenze, citta d’arte, e camminiamo nelle strade pittoresche della città, troveremo una piazza con il Palazzo Vecchio, in cui vi è l’imponente Salone dei Cinquecento, dove troveremo dei dipinti del Vasari, tra questi possiamo osservare la Battaglia di Scannagallo, anche conosciuta nella storia come battaglia di Marciano. In questo dipinto così pieno di personaggi e movimento, possiamo notare sulla bandiera di un vassallo in alto, le parole: cerca trova. Per molto tempo si è creduto che queste parole fossero un indizio lasciato dal Vasari per farci trovare il dipinto di Leonardo da Vinci, la Battaglia di Anghiari.

Nel 1503 Pier Soderini commissionò a Leonardo la raffigurazione di un episodio bellico, lo scontro tra gli eserciti fiorentino e milanese avvenuto il 29 giugno 1440 conosciuto come battaglia di Anghiari. Usò per dipingere una tecnica a olio simile a quella a encausto, la quale comprendeva l’uso di grandi fuochi per far asciugare i colori, ma essendo la parete di grandi dimensioni, la tecnica non funzionò, i colori si affievolirono e colarono. Leonardo sospese i lavori e partì per Milano. Successivamente Cosimo I de’ Medici affidò al Vasari delle modifiche strutturali e iconografiche al Palazzo Vecchio. Vasari nutrendo molto rispetto per Leonardo, si pensa che abbia costruito un muro per coprire il dipinto della battaglia raffigurata da Leonardo, infatti è stata trovata un’intercapedine tra il muro originale e quello sul quale il Vasari ha dipinto, ed inoltre ci lasciò quelle due parole per farci capire dove fosse questo dipinto nascosto.

Nel 2011 furono fatti degli studi approfonditi da un’équipe di studiosi capeggiata da Maurizio Seracini. Usando una sonda endoscopica è stato rilevato un frammento dal muro dietro il dipinto del Vasari, e il pigmento sopra è risultato identico al pigmento usato nella Gioconda.

Degli studi svolti ad ottobre del 2020 da un team di esperti, è emerso che, secondo loro, Leonardo non abbia mai dipinto la battaglia d’Anghiari. Il cosiddetto indizio sulla bandiera di un vassallo altro non era che una battuta del Vasari nei confronti di Cosimo de’ Medici, e che il prelievo del frammento tirato fuori bucando il lavoro del Vasari, conosciuto come il Nero delle Gioconda, non poteva essere riferito con certezza a Leonardo, infatti questi esperti hanno affermato che non esiste un nero tipico di Leonardo in quanto al tempo tutti gli artisti usavano gli stessi pigmenti. Questo team voleva rianalizzare questi prelievi ma successivamente sono scomparsi, e dalle analisi chimiche svolte in precedenza, una volta riviste, si scoprì che il prelievo non si riferiva a materiali pittorici ma solo ad elementi comuni delle murature del tempo.

L’alone di mistero, così affascinante ed intrigante sulla battaglia di Anghiari, è stato coì sollevato anche se qualcuno ha ancora i suoi dubbi.

Martina Pescuma 3C