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Invictus: “L’emozionante storia vera di un trionfo atletico”

Clint Eastwood, Morgan Freeman, Matt Damon: sono loro che sono riusciti a fare un film emozionante come “Invictus. L’emozionante storia vera di un trionfo atletico”. Queste sono le parole di A.O. Scott, famosissimo giornalista del  The New York Times. Ma Invictus non è solo un film sullo sport e sui trionfi sportivi: è un film che ci fa comprendere come una squadra sportiva di rugby ha unito un’intera nazione divisa da moltissimi anni a causa del razzismo.

“Invictus” narra le vicende legate agli anni successivi all’apartheid in Sudafrica: dopo la caduta del governo della “separazione” e segregazione razziale istituita per la prima volta nel 1948 in Sud Africa da parte dell’etnia bianca, nel 1991 un nuovo presidente viene eletto: Nelson Mandela. Mandela, dopo 27 anni di prigionia, viene eletto presidente del Sud Africa decidendo di “perdonare” i suoi persecutori e concentrandosi, invece, ad unire la nazione  da troppo tempo divisa per l’odio. Egli non crede di riappacificare gli animi tramite la politica, bensì decide di provare a comunicare con la lingua comune a tutti gli esseri umani: lo sport.

Nelson Mandela (Morgan Freeman), dunque, si rivolge alla squadra di rugby sudafricana, gli “springboks”, chiedendo, in particolar modo, al capitano Francois Pienaar, di fare l’impossibile, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato: vincere il campionato del mondo di rugby. La squadra nazionale sudafricana era da tempo avvolta dalla sconfitte e dalla delusione; era inoltre odiata dai neri poiché, nel corso del tempo, gli atleti erano solo bianchi.

Con Il nuovo presidente Mandela, si crea una squadra con bianchi e neri che sarà la combinazione perfetta non solamente per vincere la coppa del mondo, ma perché proietterà sulla nazione l’immagine di una fratellanza: un mondo in cui neri e bianchi possono essere fratelli, eliminando ogni forma d’odio. Alla fine del film il Sudafrica, che ancora oggi rimane una delle squadre più forti a rugby, vince il campionato del mondo in finale contro gli “All Blacks” la squadra neozelandese, unendo più che mai tutta la popolazione sudafricana. Purtroppo, ancora oggi, il mondo è popolato da persone razziste e ignoranti, ma speriamo che il futuro ci riserverà il meglio. Il mondo deve cambiare, tutti dobbiamo cambiare e migliorare il mondo. “Lo sport è sicuramente un grande mezzo per cambiare”. “Il linguaggio universale dello sport non è mai stato così evocativo ed emozionante come in Invictus di Clint Eastwood”

 

Di Francesco Scarpino Cheli, 2I

 

 

Fonte immagine https://www.giornaledipuglia.com/2020/01/invictus-il-rugby-contro-il-razzismo.html