La fragilità della pietra leccese: un’analisi chimica

La fragilità della pietra leccese: un’analisi chimica

A causa della sua composizione chimica, la pietra leccese è molto sensibile all’azione meccanica degli agenti atmosferici, all’umidità di risalita del terreno, alla stagnazione di acqua e allo smog.
Il componente principale di questa pietra, come già detto, è il carbonato di calcio. Questo sale, alla presenza di acqua (umidità) e di anidride carbonica disciolta, subisce una reazione di decomposizione che porta allo sgretolamento dei manufatti.

CaCO3 + CO2 + H2O → Ca(HCO3)2

La reazione porta così alla formazione di un sale solubile, il bicarbonato di calcio, quindi allo sgretolamento della pietra. Tale reazione negli ultimi decenni ha subito una accelerazione a causa delle piogge acide dovute all’aumento di CO2 nell’atmosfera. Gli effetti dell’erosione si manifestano, generalmente, sotto forma di superfici “sfarinate”; la pietra assume l’aspetto di una sabbia calcarea.
L’azione dell’acqua insieme a quella eolica, trasportatrice di particelle, dà origine a fenomeni di corrosione e disgregazione sotto forma di veri e propri alveoli.
Ogni varietà di pietra leccese reagisce in modo differente all’attacco degli agenti atmosferici. Queste differenze si notano anche nell’ambito dello stesso tipo di pietra; non è raro, infatti, riscontrare in qualche edificio dei conci cariati accanto ad altri rimasti intatti.
Vari tipi di trattamento sono proposti dal mercato e portano ad impedire con l’uso di vari prodotti, l’ingresso di acqua nei pori della pietra ma per contro si ha una diminuzione del coefficiente di evaporazione e ciò porta alla rottura con sfaldamento della facciata.
Tra i prodotti tradizionalmente utilizzati si ricordano olio di oliva, olio di lino, siero di latte, caseina.
Oggi la chimica offre altre valide soluzioni con l’uso di silicati e resine siliconiche.
Particolari solventi, reagenti permettono anche la rimozione delle croste nere che sono il risultato di reazioni di ossidazione tra particolato e gas atmosferici.

FOSSILI RITROVATI NELLA PIETRA LECCESE

Al suo interno, cavatori e paleontologi hanno rinvenuto fossili rilevanti di cefalopodi, delfini, capodogli,
denti di squali, pesci, tartarughe e coccodrilli. Attualmente, l’artigianato della pietra leccese produce souvenir e vere e proprie opere d’arte.

Filippo Rollo – portavoce indirizzo chimico