LA SANITA, L’ENNESIMO FALLIMENTO DEL SISTEMA CAPITALISTA

A Cuba su 11 milioni di abitanti il numero di morti per covid è 145, la percentuale di guariti è pari al 92,5 per cento. I malati sono guariti con farmaci prodotto a cuba e il 90 per cento dei vaccini somministrati è fornito dallo stato stesso, dato l’embargo che questo subisce da parte degli stati uniti da ormai 58 anni.

Al momento sono quattro i vaccini in fase di sperimentazione a Cuba, il Soberana 1 e 2 sono i più avanzati, per i quali si conta di iniziare la campagna vaccinale da giugno 2021, il vaccino è stato formulato basandosi su vaccini pre-esistenti. Il vaccino sarà distribuito a Cuba gratuitamente ma l’intenzione è quella di distribuirlo in modo gratuito anche a tutti i paesi in via di sviluppo che ne facciano richiesta .

Il successo di Cuba è in buona parte dovuto al fatto che sia il paese con il più alto numero di medici in rapporto ai cittadini, infatti c’è grande fiducia tra medici di base e popolazione al punto che spesso questo è visto come un membro aggiunto della famiglia. A differenza dei paesi capitalisti dove l’approccio è stato completamente diverso. In Italia, ad esempio, negli ultimi 25 anni è stato messo in atto un processo di privatizzazione del sistema sanitario nazionale che ha smantellato la medicina territoriale, la più indicata per offrire cure e assistenza continua a patologie come il covid; determinando l’impatto devastante del virus sulle fasce più deboli della popolazione; il problema dei medici di base è stato enorme: medici che si rifiutano di fare visite a casa, medici incapaci e  spesso medici oberati dalla gestione di troppi pazienti.

Molti studiosi hanno definito questo periodo: “sindemia” , questo fenomeno evidenzia la correlazione della malattia a fattori sociali, ambientali ed economici.

I paesi capitalisti hanno messo la propria salute in mano ad aziende private il cui unico scopo è il lucro, alimentando un sistema di disuguaglianze e ingiustizie, che va ad arricchire solo ed esclusivamente multinazionali spietate senza nessuna etica professionale. 

 

Di Nina De Blasi