Lettera dal futuro_A.G.

Non mi sarei mai aspettata di trovare questo oggetto ormai antiquato e che usavo quando ero ancora giovane e non necessitavo della tintura per capelli per nascondere le mie ciocche grigie o delle creme antirughe. La chiavetta USB che ho scovato nel cassetto è stata una piacevole e malinconica scoperta, ma più di tutte, mi ha spinto a farmi una domanda: “Davvero all’età di diciassette anni conservavo i miei ricordi e le mie foto più preziose in questo piccolo oggetto?”. È inutile, e piuttosto imbarazzante, raccontarvi delle buffe e particolari immagini del periodo della mia adolescenza, per questo mi soffermerò su un anno in particolare che, grazie a queste foto, mi è tornato in mente. Ebbene sì parlo proprio di vent’anni fa, il 2020.

Il 2020 è stato uno degli anni della mia vita che mai potrò scordare e i cui ricordi, seppur la maggior parte tristi, non dimenticherò mai. Sembra ancora strano, impossibile e poco credibile il modo in cui, da un giorno all’altro, il mondo fu travolto e sconvolto, ritrovandosi a lottare contro un virus che tutti avevamo sottovalutato e di cui poco sapevamo. All’età di diciassette anni ho dovuto fare a meno della scuola in presenza, accontentandomi di quella virtuale, dei miei amici, dei miei cari e della mia vita sociale al di fuori delle mura dell’appartamento in cui ero nata e cresciuta.

Mi sono ritrovata a ricordare con nostalgia l’ultimo giorno di libertà che aveva preceduto la pandemia, ovvero il 22 febbraio 2020. Un giorno che ricordo bene come se fosse accaduto l’anno scorso; ero uscita, accompagnata dalla mia migliore amica, in centro. Avevamo fatto il nostro solito giro per la città e ci eravamo fermate in uno dei bar affollati dai ragazzi della nostra età. Mi sono goduta il chiacchiericcio e il chiasso confuso presente nei luoghi pubblici, ho fotografato le risate spensierate e i sorrisi non coperti dalla mascherina, ho usufruito di ogni istante di libertà perché, per i mesi che hanno seguito quel giorno, mi sono ritrovata chiusa in casa per un lungo e interminabile tempo.

Da un momento all’altro, sono passata dal guardare raramente il telegiornale a non attendere altro che il resoconto della giornata in cui venivano comunicati i numeri dei contagi, sperando che fossero il meno possibile e che, per magia, quella pandemia scomparisse.

Eppure, nonostante le cose che mi sono state tolte con la forza, non posso fare a meno di sentirmi fortunata. Ero a casa, circondata dal calore dei miei genitori e dei miei fratelli, ero in piena salute, e così i miei cari, e avevo tutto ciò di cui potevo aver bisogno in quel periodo buio.

Può sembrare poco carino da dire, visto il modo in cui la pandemia ha distrutto la vita di moltissime persone nel mondo, ma essa mi ha regalato numerosi insegnamenti fondamentali e momenti felici. Sono riuscita a stringere un rapporto più profondo e solido con i miei genitori, lasciando da parte i disaccordi ben presenti nel periodo dell’adolescenza, ho iniziato a capire ciò che è più importante in questa vita e che non sempre abbiamo bisogno del superfluo per stare bene e sentirci felici, possono bastare una serata film con la famiglia. Ho appreso che non bisogna mai dare niente per scontato e che posso ritenermi la persona più fortunata del mondo ad avere i miei cari attorno a me ed una buona salute e, per ultimo ma non d’importanza, ho finalmente imparato a fare una pizza che può essere mangiata senza il rischio di un avvelenamento.

Questo è stato il mio 2020, con i suoi momenti belli, tristi e scoraggianti. Un anno in cui ognuno di noi ha pensato di non farcela, ma che alla fine abbiamo superato.

A. G.