Lettera dal futuro_M.B.

Aprile 2040

Ancora oggi, nonostante siano passati molti anni, ho dei ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, pensieri che a volte sono felici mentre altre volte hanno uno sfondo negativo.

Ovviamente i migliori sono sempre quelli positivi caratterizzati da baci, abbracci e momenti condivisi con amici e parenti, ma oggi vorrei parlarti di un determinato periodo che ha sconvolto le vite di tutti noi e in cui quelle cose, che tanto amavamo fare, sono diventate proibite e sconsigliate per tutelare noi e i nostri cari.

Era da poco arrivato il 2020 quando dalla Cina è giunta la notizia di una strana “malattia”, ancora sconosciuta, che condannava le persone a giacere su un letto d’ospedale; qui nel nostro paese sembrava solo una brutta storia e nessuno si sarebbe aspettato che in così poco tempo questo virus avrebbe causato una pandemia globale.

È fine febbraio quando anche in Italia viene accertato il primo caso, il famigerato paziente 0, da quel momento iniziano una serie di restrizioni e ordinanze per cercare di limitare il contagio, ma gli sforzi di migliaia di persone sembrano svanire e il governo proclama un lockdown nazionale; nel giro di poche ore le strade diventano deserte, i negozi calano le saracinesche e per spostarsi bisogna portare con sé una dichiarazione scritta che certifichi l’estrema necessità dello spostamento eseguito.

Il lockdown è durato più del previsto e le persone durante i lunghi mesi di “prigionia” si sono inventate cose bizzarre ma allo stesso tempo molto divertenti come ad esempio i concerti dai balconi o le gare di cucina su Instagram.

Durante la quarantena io ho potuto trascorrere più tempo con la mia famiglia dato che, normalmente, non stiamo molto spesso tutti assieme perché i miei genitori lavorano e io e le mie sorelle oltre all’impegno scolastico pratichiamo dello sport; con loro ho potuto fare numerosi giochi da tavolo, preparare molte torte e ho giocato con le mie sorelle come non facevo da tempo; inoltre, siccome in quei mesi anche la pallavolo aveva subito uno stop, ho usato parte del mio tempo per allenarmi da sola oppure facendo delle videochiamate con tutta la mia squadra.

Durane quel brutto periodo mi sono sentita una persona abbastanza fortunata poiché, abitando in una casa abbastanza spaziosa e con un grande giardino, ho potuto comunque passare del tempo all’aria aperta e distrarmi un po’, ma conosco delle persone che questa mia stessa fortuna non l’hanno avuta e sono state molto male soprattutto dal punto di vista psicologico; questa pandemia infatti non ha portato alla luce solo dei problemi economici e sociali ma ha anche suscitato delle difficoltà di carattere morale soprattutto tra noi giovani che eravamo abituati a vedere tutti i giorni i nostri amici e le persone a cui volevamo più bene; pensa che a quei tempi anche la scuola, che avevamo tanto odiato, ci mancava perché era una condivisione di momenti felici e risate con i nostri compagni.

In questo periodo, però, ci sono stati anche degli aspetti positivi e molto umani che hanno fatto sentire tutti più vicini e che hanno dato speranza anche a chi ormai l’aveva persa da tempo; ad esempio oltre ai concerti dai balconi che hanno trasformato le più grandi città in stadi pieni di gente, ci sono state anche delle persone che hanno dato il loro contributo per aiutare chi si trovava più in difficoltà portando cibo, medicinali e tutto il necessario per vivere direttamente a casa di chi ne aveva bisogno .

Io spero che quello che abbiamo imparato di buono durante quell’anno difficile sia stato utile per rendere il mondo un posto migliore per le generazioni future come la tua.

M.B.