Ormai già da più di un anno, Patrick Zaki, studente egiziano iscritto al master Gemma, in studi di genere e delle donne dell’università di Bologna, è detenuto preventivamente in un carcere egiziano fino a data da destinarsi e rischia fino a venticinque anni.
Per le elezioni presidenziali egiziane del 2018 è stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, politico e attivista impegnato nella difesa dei diritti umani, che a causa di molte intimidazioni si è ritirato. Inoltre, Patrick faceva parte dell’Eipr, l’associazione egiziana per la difesa dei diritti umani.
La sua detenzione dura dalla notte del 7 febbraio 2020, quando, appena atterrato in Egitto per trascorrere un breve periodo insieme ai suoi parenti, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo, e la notizia del suo arresto è stata divulgata solamente il 9 febbraio dall’Eipr. Secondo il suo avvocato, il ventinovenne fu bendato, torturato, interrogato e minacciato di stupro per diciassette ore di fila, ma la procura generale di Mansoura ha negato tutto. Il 5 marzo fu trasferito da Mansoura al carcere di massima sicurezza di Tora.
Le accuse ai suoi danni da parte delle autorità egiziane sono: minaccia della sicurezza nazionale, incitamento a proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie e propaganda al terrorismo, tutto ciò tramite 10 post su Facebook che la difesa ritiene falsi. Le prime due udienze risalgono a luglio, e solo il 26, data della seconda udienza, ha potuto vedere i propri avvocati per la prima volta e il 25 agosto è riuscito a incontrare la madre.
Il primo ottobre ventisei ambasciatori europarlamentari italiani hanno chiesto all’ambasciata italiana in egizio di ottenere la sua scarcerazione e il 18 dicembre si è pronunciato in merito anche il Parlamento Europeo, che ritiene Patrick prigioniero di coscienza e deve essere liberato immediatamente.
Si è sviluppata molta solidarietà nei confronti di Zaki fin da subito, infatti il 17 febbraio 2020 a Bologna è stato organizzato un grande corteo per protestare contro la detenzione del giovane attivista. Molti comuni italiani, tra cui la stessa Bologna hanno concesso la cittadinanza onoraria a Patrick, e personaggi famosi come l’attrice statunitense Scarlett Johansson e più recentemente anche Amadeus durante la prima puntata del Festival di Sanremo hanno parlato a favore di Patrick affinchè venga liberato il prima possibile.
Non molti giorni fa però, la sua detenzione è stata prorogata di altri 45 giorni per l’ennesima volta. Adesso tocca aspettare novità nelle prossime settimane.
Di Andrea Graziano, classe 2i
Fonte immagine https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ancora-un-rinvio-patrick-zaky-resta-in-carcere-nuova-udienza-il-7-ottobre