LA COMUNITÀ L.G.B.T.

Le persone L.G.B.T. sono sempre esistite, ma non è da molto tempo che si parla di una vera e propria “comunità”.

Il movimento moderno per i diritti L.G.B.T. è iniziato nel Giugno del 1969 con le rivolte di Stonewall, un popolare bar gay di New York (per questo ancora oggi nel mese di Giugno si celebra l’orgoglio L.G.B.T.).

Negli anni ’60 le incursioni della polizia nei bar gay erano piuttosto frequenti e le persone venivano arrestate senza motivo. Così i clienti di Stonewall decisero di ribellarsi ad ulteriori abusi di potere; iniziò così una serie di rivolte violente e manifestazioni che portarono alla nascita del movimento di liberazione gay e “il gay liberation front” grazie anche a Marsha p.Johnson (attivista drag queen americana). Associazioni simili vennero presto create in tutto il mondo; in Italia si dovette aspettare fino al 1971 quando fu fondato il circolo F.U.O.R.I. acronimo per Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano.

La sigla L.G.B.T.

Questa sigla è in uso fin dagli inizi degli anni ’90, acronimo utilizzato per indicare collettivamente la comunità enfatizzando la diversità delle culture basate sulla sessualità e sull’identità di genere. Per riconoscere quest’inclusione, una popolare variante aggiunge la lettera “Q” per chi si identifica come “queer” (termine generico utilizzato per indicare coloro che non sono eterosessuali o cisgender e non si attribuiscono identità di genere oppure si stanno ancora interrogando sulla propria identità).

All’interno di questa sigla sono presenti anche altre categorie in genere meno conosciute:

• Pansessuale, usato per indicare le persone attratte da un individuo di qualsiasi genere (da non confondere con bisessuale).

• Intersessuale, che indica individui nati con variazioni nelle caratteristiche sessuali, includendo cromosomi, ormoni o genitali. Spesso non rientrano nella definizione di maschile o femminile; in passato venivano chiamati ermafroditi.

• Nonbinario, chi vive questa identità non si sente esclusivamente uomo o donna, ma si può percepire come entrambi, una combinazione dei due, o direttamente “altro”. 

Sara Pollina

Gli studenti del Ripetta scelgono il loro nome

È la soluzione approvata dal Consiglio d’Istituto relativamente al regolamento per l’attivazione della carriera Alias, ovvero un profilo alternativo e temporaneo dedicato alle persone in transizione di genere, che permette di sostituire il nome anagrafico con quello scelto; rendendo questa scelta visibile nei documenti scolastici ufficiali, come il libretto delle assenze, i quadri e il registro elettronico.

È giusto sentirsi liberi di essere riconosciut* per la propria identità e con il nome che si ritiene adatto, e bisogna garantire a tutti gli studenti e le studentesse di vivere in un ambiente scolastico sereno, con reciproco rispetto e soprattutto con libertà nell’autodeterminazione.

La decisione del Liceo Ripetta di permettere alle persone transgender di chiamarsi con il nome di transizione è stata accolta con soddisfazione da tutta la comunità scolastica ma purtroppo al momento stata attuata solo da altri quattro licei in Italia (aderenti alla linea “pro LGBTQ”), ma è di sicuro una soluzione che dovrebbe essere adottata da tutti gli Istituti.

Silvia Iachini