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‘La ragazza interrotta’: patologie psichiatriche nella società

‘La ragazza interrotta’ è un grande successo autobiografico di Susanna Kaysen, poi adattato al film con protagoniste Angelina Jolie e Wynona Rider: il libro tratta del periodo di isolamento nell’Ospedale psichiatrico McLean della diciottenne Susanna negli anni ‘60 a causa in seguito al tentato suicidio. 

La giovane resta nell’ospedale per due anni, nei quali viene curata dal disturbo borderline della personalità: la storia è raccontata con tono distaccato e autoironico, e spesso vengono citate anche le altre ragazze che vivono con lei. La gente ti chiede: come ci sei finita? In realtà, quello che vogliono sapere è se c’è qualche probabilità che capiti anche a loro. Non posso rispondere alla domanda sottintesa. Posso solo dire che è facile. Ed è facile scivolare in un universo parallelo.[…]”. Dopo essere stata salvata, Susanna capisce di non voler morire: tentando il suicidio voleva solo uccidere una parte di se stessa: quella che si sfiniva dopo essersi posta la domanda “E se mi uccidessi?”.

Il romanzo racconta in modo schietto cosa si prova quando si soffre di una patologia psichiatrica, esperienza attualmente abbastanza comune.

Le patologie psicologiche sono spesso trattate con superficialità a causa dei pregiudizi che le circondano, anche se sono abbastanza diffuse: circa l’8% della popolazione è affetta da disturbi mentali gravi, il 15% da disturbi più leggeri. Le patologie sono causate da fattori biologici, genetici e ambientali e interferiscono con le funzioni cognitive, la sfera affettiva e il comportamento. 

I tabù più diffusi riguardano la banalizzazione dei disturbi, i pregiudizi e la convinzione che una persona che cerca aiuto professionale sia debole. Questi stereotipi nascono dall’ignoranza che si ha sull’argomento; forse si potrebe sensibilizzare in merito all’argomento introducendo psicologia come materia obbligatoria o trattandola nello studio dell’educazione civica per aumentare la consapevolezza, soprattutto degli adolescenti, che più spesso soffrono di disturbi: se si sapessero i sintomi delle patologie più comuni, sarebbe più facile individuarle nelle persone care e in se stessi, in modo da iniziare una cura prima e aumentare la facilità di guarigione.

 

Di Sara Carpita