La Scuola di Atene

Raffaello Sanzio, nato ad Urbino nel 1500 circa, è stato un architetto ed un pittore italiano fra i più famosi del Rinascimento. Durante la sua vita fondò una scuola alla sua maniera che prese il nome di manierismo. Il suo cognome, Sanzio, è una delle possibili declinazioni del cognome di suo padre Giovanni Santi. Poco dopo la nascita, Raffaello, perse la madre e suo padre si risposò con una certa Berardina dalla quale avrà una figlia, Elisabetta. Raffaello passò la giovinezza ad Urbino (che in quel periodo era un centro artistico molto importante) dove ha modo di studiare. Siccome il padre era proprietario di una grande bottega, apprese probabilmente dai lui i primi insegnanti di pittura e disegno.

Nella bottega del padre, Raffaello, si interessò all’arte italiana, e non. La prima opera a lui attribuita fu la “Madonna di Casa santi”. Quando Raffaello aveva solo undici anni perse anche il padre. Nonostante ciò continuò a studiare finché riuscì ad ottenere la maturazione artistica; cominciò allora a produrre molti quadri in varie sedi.

Uno dei dipinti sicuramente più celebri dell’artista è La scuola di Atene, un affresco di 385.000 cm², realizzato nel 1509-1511 nella Stanza della Segnatura all’interno dei Palazzi apostolici e tuttora una delle più rilevanti opere pittoriche presenti nello Stato della Chiesa.

Papa Giulio ll manifestò il desiderio di non alloggiare negli appartamenti del suo predecessore ma in alcune camere ai piani superiori, chiamando quindi alcuni pittori per decorare le stanze. Fu chiamato anche Raffaello. Papa Giulio II fu tanto colpito dalle capacità artistiche del pittore toscano che decise di distruggere tutti i dipinti fatti precedentemente degli altri pittori e far arredare le stanze solamente a lui.

Al centro del dipinto sono raffigurati i due principali filosofi dell’antichità: Platone e Aristotele. Platone è però rappresentato con il volto di Leonardo da Vinci (il pittore lo dipinge per rendergli omaggio). Nella parte in basso a destra si può vedere raffigurato il grande matematico Pitagora. Nella parte più a destra del dipinto è possibile invece osservare un autoritratto del pittore. L’architettura dello sfondo è priva di copertura e lascia intravedere un cielo limpido. Ai lati, nelle colonne, si intravedono due statue raffiguranti Apollo e Minerva, quest’ultima insieme al suo scudo su cui è rappresentata la testa di Medusa.

Nicole Valgoi 3AL