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“Puoi dirmi il tuo pensiero in merito alla violenza di genere?” – le risposte all’intervista

“Puoi dirmi il tuo pensiero in merito alla violenza di genere?” – le risposte all’intervista

 

La cronaca fornisce dati sempre più allarmanti sulla violenza di genere. Ancora oggi, nel 2021, c’è  ancora chi non accetta la libertà, l’autonomia delle donne e impone la propria volontà con la violenza fisica e psicologica, fino ad arrivare ai casi più gravi al femminicidio.

Abbiamo provato a proporre la seguente domanda: “Puoi dirmi il tuo pensiero in merito alla violenza di genere?”  a un gruppo di ragazzi, queste le loro risposte.

 

Andrea ( 14 anni): “Io non so di cosa stai parlando. Io non ho mai sentito parlare di violenza di genere”

 

Pino (19 anni): “Si ogni giorno purtroppo vengono uccise delle donne dai loro mariti, compagni, amanti. La ricorrenza è stata fissata al 25 novembre in quanto proprio quel giorno, nel 1961, a Santo Domingo tre sorelle furono uccise perché si erano opposte alla dittatura del dittatore Trujillo. Dopo essere state fermate per strada, furono picchiate con dei bastoni e gettate in un burrone, gli assalitori  cercarono di far passare quella brutale violenza per un incidente, anche se tutti sapevano la verità”.

 

Davide (18 anni): “I numeri sulle violenze  sulle donne sono impressionanti. Molto spesso le violenze non vengono denunciate e rimangono confinate nelle mura domestiche.

La situazione è peggiorata durante questo periodo di pandemia Covid-19; infatti, è dimostrato che le famiglie che trascorrono più tempo in casa insieme, poi alcune hanno subito anche gravi perdite economiche,  di lavoro, e  quindi è aumentata la violenza nei confronti  delle donne e dei figli”.

 

Cristian (17 anni): “Io conosco parecchie donne vittime di violenza, perché la violenza subita dalle donne non è sono solo di tipo fisico o sessuale, ma è anche psicologica o economica. Ad esempio, si tratta di violenza anche quando si costringe una donna a dare priorità alla famiglia e non alla sue aspirazioni, quando le si impedisce di avere un lavoro, quando le viene impedito di gestire le finanze familiari, quando le sue immagini intime vengono condivise sui social. Io vorrei tanto aiutarle, ma non so come fare”.

 

Alessandro (20 anni): “E’ quello che mi ripete la mia ragazza tutti i giorni. Lavoriamo entrambi presso lo stesso datore di lavoro e facciamo gli stessi turni, e io prendo in busta paga di più di quanto prende lei. Quindi ancora oggi nonostante l’Art. 37 della Costituzione stabilisca la parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro, non esiste nessuna legge specifica e così ancora una volta si rilevano discriminazioni per le donne”.

 

Giovanna (19 anni): “Un’iniziativa che mi è piaciuta molto per sensibilizzare le persone sull’argomento è stata quella di Loredana Bertè al Festival di Sanremo che ha messo in mostra un paio di scarpe rosse come simbolo della violenza sulle donne e che ha detto alle ragazze di denunciare già dal primo schiaffo. Proprio come aveva fatto una artista messicana in Texas per ricordare le centinaia di donne rapite, stuprate e uccise. Anche se secondo me non serve denunciare perché le leggi ci sono già, tutte le donne vittime di violenza avevano già denunciato diverse volte il loro assassino, secondo me ci dovrebbero essere pene più esemplari e non si dovrebbero avere sconti di pena per buona condotta, anche per permettere alle famiglie di avere più fiducia nelle istituzioni”. 

 

Francesco (18 anni): “ Il femminicidio è un fenomeno che non può essere trascurato ma deve essere combattuto con forza perché ogni donna, proprio perché è un essere umano, ha il diritto di vivere. E poi la violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.

La violenza si ripercuote sulla salute fisica, mentale della vittima e le sue conseguenze possono determinare isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Inoltre, i bambini che assistono alla violenza nella famiglia possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento”.

Fabio Lanzino IV B SIA