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Una lunga poesia che attraversa minuscole e straordinarie esistenze: recensione di ‘Luce d’estate… ed è subito notte’

«A volte nei posti più piccoli la vita diventa più rumorosa»

“A volte la lontananza dal rumore ci apre al richiamo del cuore, dei sensi, dei sogni”: così l’editore di questa piccola gemma, in cui ho avuto la fortuna di imbattermi durante la quarantena, inizia a riassumere la trama di “Luce d’estate ed è subito notte” di Jón Kalman Stefánsson.

Si tratta di un romanzo a più voci ed il vero protagonista delle varie storie che si intrecciano e si susseguono nel corso dell’opera è un paesino di quattrocento abitanti della campagna islandese, una lente di ingrandimento puntata sui desideri e le debolezze umane. Grazie all’apparente isolamento, ogni bizzarro personaggio vive in maniera amplificata ogni emozione o passione, che può mettere improvvisamente a repentaglio la sua intera vita; il risultato di questo sono figure pure, anche estranee a quelli che considereremmo essere molti canoni di “normalità”, ma profondamente singolari nella loro umanità: un direttore del Maglificio che si perde nei segreti dell’universo e abbandona tutta la sua vita per studiare il latino e l’astronomia; una postina che legge tutte le lettere dei compaesani e, avida di pettegolezzi, non spreca un minuto a spargere le voci più piccanti; un avvocato che basa la sua vita sulla matematica e sul calcolo, ma si rende conto che non può contare i pesci nel mare né le sue lacrime. Raccontando le storie dei singolari abitanti del paesino, Jón Kalman Stefánsson riesce a mettere insieme una raccolta di parabole sull’esistenza, parabole che cercano di rispondere al più grande quesito della vita: perché viviamo? Immergendoci completamente nelle storie dei protagonisti ci sentiamo meno soli nelle nostre debolezze e siamo coinvolti emotivamente dalla prima pagina, anche grazie allo stile poetico, a tratti umoristico e tenero dell’autore, che ci trasporta immediatamente nella desolata Islanda, abbandonati al nostro oblio interiore. L’affascinante scrittura di Stefánsson, infatti, è perfetta per i racconti che prendono vita nel romanzo ed è quasi una lunga poesia che accompagna in maniera fluida il lettore alla scoperta di molte, minuscole e straordinarie esistenze, orchestrate abilmente in un insieme armonico. “Luce d’estate ed è subito notte” è una boccata d’aria fresca e un porto sicuro per chiunque voglia intraprendere la lettura, nonostante il fatto che, parlando di vita, l’autore si trovi a toccare temi anche delicati, i quali sono sempre trattati in maniera non banale, ma unica e coerente con il disegno generale del libro.

In conclusione, consiglio questo libro che tanto mi ha lasciato, a chiunque si senta solo o in preda di emozioni forse troppo forti, a chi abbia bisogno di una compagnia fidata o chi semplicemente abbia voglia di leggere tante storie coinvolgenti, che lo facciano sorridere della debolezza dell’essere umano.

 

Di Emma Baudone