Il 25 Aprile è tutti i giorni

Il 25 aprile 1945 è una data che è rimasta nella storia, l’Italia si libera del regime fascista e del dominio nazista; è però una data solo convenzionale con cui viene indicato l’inizio della ritirata da parte dei soldati nazisti e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e Milano. Il processo di liberazione del nostro paese non è avvenuto tempestivamente ma si trattò di una faticosa impresa compiuta dai partigiani, cominciata dopo l’armistizio del 1943. Le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata che, con la collaborazione di operai, contadini e giovani militari antifascisti, la portarono a contare più di 200.000 aderenti. La lotta per la liberazione dell’Italia fu parallela alla seconda guerra mondiale perciò si può parlare contemporaneamente di guerra civile(interna al nostro paese) e del conflitto globale. Poco dopo, il 27 aprile 1945,si indica la data dell’assassinio di Mussolini: ucciso dai partigiani mentre tentava la fuga in Svizzera. I combattimenti non cessarono immediatamente dopo questi due eventi cruciali e continuarono ancora per un po’ di tempo, ma indubbiamente si andava incontro alla pace a alla libertà.

Quanto è importante al giorno d’oggi ricordare questo evento e non vanificare gli sforzi attuati dai nostri predecessori per conquistare la libertà? La mia generazione e quella precedente devono ricordare sempre che noi non siamo nati e non viviamo in un paese libero, ma liberato. Eppure, nonostante la gratitudine immensa che ogni 25 aprile si sente più viva che mai, spesso qualcuno ignora fatti di tale importanza o, se conosce, non dà il giusto peso. Io credo sia fondamentale ribadire a tutti l’importanza dell’antifascismo e antinazismo perché purtroppo come ho già detto sopra, la data del 25 aprile 1945 non segna la scomparsa definitiva di queste due forme di oppressione molto simili tra loro, e tutt’oggi in Italia il fascismo è ancora molto vivo nel cuore del paese. Il fascismo ha un fare camaleontico: si nasconde, si cela dietro azioni a cui la maggior parte delle persone non darebbe importanza, si confonde con slogan di propaganda ai fini di costruire una carriera politica di successo e ottenere un paio di voti in più, si nota per le strade, in città come nei paesi più piccoli, è in televisione mascherato da politico come da conduttore, è sui social, è dappertutto. Il fascismo c’è ancora e per giunta non nella forma più lieve. Come agisce il fascismo in Italia negli anni 20 del ventunesimo secolo? Con le discriminazioni, per esempio. Le discriminazioni di ogni genere sono refusi del fascismo.
Il razzismo, che in Italia è vivo più che mai, è una forma di oppressione di derivazione fascista. Le discriminazioni, quelle nei confronti di omosessuali, transessuali, handicappati, minoranze, donne, e tutte le categorie considerate deboli erano in passato, e sono tutt’oggi, forme occulte di propaganda fascista. La crudeltà dei fascisti spesso si fa viva sotto forma di paradosso. Ho letto un articolo che parlava della trovata di alcuni fascisti di disegnare una svastica sul portone di casa di una famiglia ebrea e di scriverci accanto ”qui abita un ebreo” proprio in occasione della ricorrenza della liberazione. Non riesco neppure a formulare un pensiero in merito a questo fatto, l’unica cosa che mi sento di esprimere è che nonostante l’accaduto sia recente mi riporta alla seconda guerra mondiale e in particolare al momento in cui, con le leggi razziali, gli ebrei erano obbligati a cucirsi addosso la stella di David e ad indicare i propri servizi commerciali come ebraici. Mi mette i brividi pensare che tutto ciò sia ancora così presente e allo stesso tempo così invisibile, spero in un rinnovamento dei valori e in una sana ripulita di tutto ciò che si aggrega anche solo vagamente al fascismo o a ideali simili.
A differenza di molti, ho grande fiducia nella mia generazione e in quelle successive.

Elisa Azzalini 3AL

E fummo vivi,
insorti
con il taglio ridente della bocca,
pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno:
il cuore d’improvviso
ci apparve in mezzo al petto.
Alfonso Gatto