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La Grande Guerra 4: la prima medaglia d’argento al valor militare ad una donna

Oggi non è impossibile che una donna sia insignita della medaglia d’argento al valor militare. Eppure in una nazione che ancora trascina con sé un forte e radicato retaggio maschilista e paternalista non può essere stato sempre così, ci deve essere stata una prima volta. Deve esserci una donna che sia stata la prima a ricevere una tale onorificenza. D’altronde anche la saggezza proverbiale popolare ci dice che “c’è sempre una prima volta per tutto”. Eppure il nome di Maria Abriani non dice nulla a nessuno, o quasi. Non vi è menzione di lei nelle occasioni ritenute importanti per il femminismo, né sui libri di storia.

Nata nel 1889 in provincia di Trento, rimasta presto orfana ha passato la sua infanzia con le sorelle, da cui è stata cresciuta. Insomma, era una donna comune, una delle tante. Fino al 27 maggio 1915, quando da semplice maestra elementare divenne eroina della patria, tanto da meritarsi la medaglia d’argento al valor militare.

Incontrò sette soldati italiani allontanatisi dal resto dell’esercito. Ad Ala questi uomini avevano chiesto degli austriaci, ottenendo solo risposte vaghe sul fatto che erano andati via. Si ritrovarono a dover salire più in alto per vedere bene i nemici e attaccare, ma non sapevano come e dove. Fu proprio in questa situazione che Maria mostrò il proprio coraggio. Fece entrare in casa i soldati italiani per far loro guardare dalla finestra e propose loro di far fuoco proprio da casa sua. Il capitano Frattola, che comandava quegli uomini, rifiutò. Se lo avessero fatto la casa sarebbe diventata obiettivo dei colpi austriaci. Ma Maria Abriani non aveva ancora esaurito tutte le proprie risorse: si offrì di condurli ad un’altura che dominava la villa in cui i nemici si erano asserragliati. Così fece, a suo rischio e pericolo. Se fossero tornati gli austriaci, di cui lei era nata compatriota, sarebbe stata condannata a morte. Tuttavia, patriota e orgogliosa, non solo condusse i soldati italiani dove aveva promesso, ma rimase con loro anche durante lo scontro a fuoco per 6 ore. Tornò a casa soltanto qualche tempo dopo. Quello stesso giorno Ala diventò suolo italiano. Anche D’Annunzio canterà questa vittoria, ma nemmeno lui degnerà di una parola l’eroina che ha affrontato le armi disarmata. Il Ministero della Difesa la ricorda con le parole del Bollettino Ufficiale del 27 luglio 1915: “durante un combattimento, guidò spontaneamente e con virile ardimento, un comandante di avanguardia in località adatta per combattere il nemico abilmente appostato, rimanendo impavida esposta al fuoco avversario. Ala, 27 maggio 1915”. Il suo coraggio ha posto un fondamento importante per la parità di genere anche in campo militare, eppure è stata dimenticata. Forse in mezzo alle altre quasi trenta medaglie d’argento al valor militare assegnate alle donne durante la Grande Guerra, negli anni seguenti.

Dopo questa esperienza era diventata crocerossina. Proprio in questa veste nel 1917 conobbe il tenente Giuseppe Trimeloni, mutilato di guerra, che sposerà e con cui avrà due figli.

 Tornò alla propria vita civile dopo la guerra e visse da donna e madre, come molte donne che uscirono dal conflitto. Era stata cresciuta in un ambiente patriottico e lei assorbì i valori che in casa regnavano. E non solo, perché fu anche in grado di mettere in pratica questi ideali con sprezzo del pericolo e coraggio ammirevoli. Nonostante tutto è stata accantonata e dimenticata, anche se la sua onorificenza ha lasciato un segno e gli uomini che lei ha condotto hanno lasciato testimonianza della loro ammirazione per quella ragazza “semplice, fresca, ardita, sorridente, tranquilla, come se compisse un dovere saputo e accettato da sempre fu per noi tutti la messaggera della fortuna”.

 

Di Marika Cavrini

Traduzione di Marika Cavrini

 

The First World War: the first Silver Medal for Military Valour given to a woman

Today is not impossible for a woman to receive the Silver Medal for Military Valour. However, in a nation which still drags a strong and rooted sexism, it can not always have been like this. There must have been a first time. There must have been a woman who for the first time received this honour. But the name of Maria Abriani is known by no one, or almost. She is not named in important occasions nor in history books.

She was born in 1889, in the province of Trent. she was feed by her sister, after their parents’ death. She weas an ordinary woman. Until 27 May 1915, when she became a heroine of the nation. It happened that she met seven Italian soldiers who needed to find a place to start shooting. In that occasion she let the soldiers in, in order to see Austrians, but they could not open fire from inside the house. So Maria offered to take them on a hill. She did it at his own risk. In fact, if Austrians had come back they would have killed her as a traitor. However, patriot and proud, she did not left the soldiers, She stayed there 6 hours during the fighting. That same day Ala became Italian. Also D’Annunzio celebrated this victory, but neither him wrote a single word about the heroine who unarmed faced shoot-out. The Ministry of Defence remembers her by the words published in the Official Bulletin of 27 July  1915: “during a fighting, she spontaneously led for heroism a commander of the vanguard in the right place in order to fight the well place enemy, staying fearless and facing enemy’s fire. Ala, 27 May 1915”. Her courage gave foundations in gender equality in Italy, but she was forgotten. Perhaps among other 28 women who was given the Silver Medal for Military Valour after her during the war.

After that experience she became a Red Cross nurse. After the war she got marry with a tenant who she had cured, and they had two children. She came back to civil life as many women did after the war.

She had grown in a patriotic family and she had the opportunity to act as she had learnt with courage and without heeding the danger. After all, however, she was forgotten, even if her honour left a mark and men who she led left evidence of their admiration for that girl “simple, fresh, brave, smiling, quiet, as she did something ever known and accepted. She has been for us a messenger of destiny”. 

 

Fonti: La mobilitazione femminile nella Grande Guerra: nelle fabbriche, nelle città e nelle campagne (Mirtide Cavelli e Paolo Gaspari)

           http://www.aclorien.it/archivioalternativa/song.php?id=9380

           http://www.esercito.difesa.it/comunicazione/calendesercito/Decorati/Pagine/1916/Maria-   Abriani.aspx 

           https://altritaliani.net/la-dedizione-delle-donne-nella-grande-guerra-1915-1918/ 

Fonte immagine: https://segretidellastoria.wordpress.com/2020/05/27/maria-abriani-e-la-presa-di-ala/