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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA DAD – L’anno scolastico è agli sgoccioli e ha perso ogni tipo di primato

La didattica e il mondo dell’educazione sono stati nell’ultimo biennio tra i temi più discussi in assoluto. Nella vita di milioni di studenti è subentrata la famigerata didattica a distanza, ma sarà davvero una passeggiata come sembra?

 

Un ennesimo anno scolastico è ormai agli sgoccioli: un anno che, per quanto assurdo, ha perso ogni tipo di primato. Non è stato il primo ad aver portato con sé le terribili conseguenze della pandemia, né tantomeno è stato quello della rinascita, del tanto auspicato ritorno alla vita di sempre. Che cosa resta? Praticamente nulla, eccezion fatta per il sentimento dolce amaro degli studenti, che hanno visto questo anno scolastico finire quasi senza accorgersi che prima era iniziato.

Il 2020 si è concluso senza pietà e il 2021 non dà ancora segni di miglioramento. Le persone rimaste disoccupate dalla grave crisi economica, conseguenza inevitabile del lockdown, sono milioni, senza contare i morti che ogni giorno sono centinaia. 

Per quanto riguarda gli studenti invece? È stata presa la decisione più razionale possibile, ossia quella di far seguire le lezioni da casa. La mia intenzione non è di certo quella di disquisire su quale metodo di insegnamento sia il migliore, anche perché, se proprio vogliamo dirla tutta, le due alternative sono incomparabili. 

Da una parte abbiamo la Scuola, quella vera, con la s maiuscola: senz’ombra di dubbio quella a cui da anni siamo abituati, ma che a causa della situazione sanitaria in cui ci troviamo non potrà mai essere uguale a prima. L’altra faccia della medaglia è la tanto controversa DAD, la didattica a distanza; su questa alternativa si aprono infinite opinioni di studenti, insegnanti, politici ma alcuni di questi pareri giungono anche da chi la scuola non la frequenta da un po’ troppi anni.

C’è chi sostiene che non sia vera scuola e che più che un’alternativa sia la morte della scuola come l’abbiamo sempre conosciuta.

La didattica a distanza ha sì numerosissimi difetti, ma bisogna riconoscerle il fatto che è solo grazie a sistemi come Meet e Classroom che la didattica è ancora in piedi. Qualcuno si è mai chiesto cosa sarebbe successo se i computer e internet non fossero mai esistiti? Si sarebbe optato per il 6 politico o per la bocciatura di massa? Onestamente, non ho idea di quale tra queste due alternative sia peggiore. 

Grazie alla tanto discussa DAD, la scuola italiana non si è fermata un secondo. Ovviamente non si tratta di un sistema perfetto, è ben lontana da esserlo, ma con alcune migliorie può senz’altro garantire un’istruzione. Il primo elemento che viene a mancare è la componente più “umana” della scuola tradizionale: le mura di un’aula non rappresentano solo le ore di lezione, ma anche i 10 minuti di intervallo, le chiacchiere in corridoio e le risate in classe tutti insieme. 

Si tratta di istanti che semplicemente non possono tornare indietro.

Con la didattica a distanza sappiamo già che lo studio è più difficile e richiede uno sforzo mnemonico maggiore da parte dello studente, che a fine giornata si ritrova con tanta confusione e poche certezze: questo accade soprattutto perché avendo una percezione della classe “in due dimensioni” è molto più complicato associare delle nozioni a dei piccoli dettagli vissuti in aula.

Infine, un valore che si è perso con il letale mix di DAD e lockdown è senz’altro quello del tempo: le giornate si sono fatte sempre più vuote e il fatto di poter essere contattabili in qualsiasi momento da professori e compagni di classe, il tempo che gli studenti hanno dedicato alla scuola si è dilatato, tra interrogazioni pomeridiane e assemblee svolte dopo l’ora di cena.

Insomma, la scuola non è mai stata una passeggiata per nessuno, neanche per gli insegnanti: in fin dei conti i problemi di cui hanno sofferto i ragazzi li hanno vissuti anche loro, che faticano a ricordare il programma svolto nelle diverse classi, perseguitati costantemente da riunioni a qualunque ora del giorno. Il contatto diretto con gli studenti è fondamentale per costruire una lezione non solo frontale, ma arricchita da spunti che vengono da una discussione o un dibattito.

Al di là di ogni considerazione, in questa grave situazione sanitaria la scuola è comunque riuscita ad andare avanti per la bellezza di due anni scolastici, nonostante qualche inciampo: alle generazioni future non posso che augurare un rapido e imminente ritorno a un sistema tradizionale, ricco di tutti i bei momenti riguardanti non solo le lezioni.

 

DI FEDERICA MARULLO